Categories: Giurisprudenza

DDL INTERCETTAZIONI/ NON PIÚ PROVA DI REATO MA “FONTI CONFIDENZIALI”

Da una proposta ( la n. 4134) del deputato Pdl Maurizio Bianconi depositata “a titolo personale” alla Camera lo scorso 3 Marzo, emerge ancora una volta l’attualità del tema intercettazioni. A tal punto da prevedere un aggiornamento del codice di procedura penale.

“L’idea è di collocare il tema nel C.p.p. all’interno delle fonti di investigazione semplice, cassandolo dalla collocazione nel testo vigente dei mezzi di ricerca di prova”, si legge nel documento ufficiale. Il tutto con il dichiarato scopo di evitare l’utilizzo dello strumento nelle fasi processuali e nel provvedimento decisorio idoneo a verificarne l’attendibilità, così da escluderne a priori la pubblicazione integrale o parziale nei fascicoli processuali contenenti atti pubblici. Si risolverebbe in tal modo alla radice la questione della salvaguardia della privacy dei cittadini, declassando le intercettazioni da sostanziale oggetto di prova a strumento “accessorio” di indagine investigativa e di prevenzione. È l’introduzione dell’articolo 357-bis nel capitolo delle udienze ed indagini preliminari a sancirlo (art. 2 della proposta), nella parte che regola l’attività di polizia giudiziaria (Libro V Titolo IV del c. p. p.). La nuova norma denominata “Intercettazioni e controlli preventivi sulle comunicazioni”, impone infatti che non sarà più il pubblico ministero a chiedere l’autorizzazione al gip per ottenere il via libera agli ascolti. Ma saranno il Ministro degli Interni o, per sua delega, i responsabili delle forze di polizia giudiziaria a doversi rivolgere al Procuratore della Repubblica presso il tribunale del capoluogo del distretto in cui si trova il soggetto da sottoporre a controllo.

La proposta in questione si inserisce dunque nell’ambito della riforma del processo penale con un orientamento volto alla ridefinizione dei poteri del pubblico ministero e della polizia giudiziaria, ponendosi in maniera garantista nei confronti del cittadino e dei suoi diritti di difesa.

“Le intercettazioni – sostiene Bianconi – dovrebbero essere le fonti confidenziali del XXI secolo” fornendo solo gli strumenti utili all’attività investigativa per rinvenire le fonti di prova. Devono poter essere libere, si legge nel testo, a patto però di non essere depositate davanti al giudice.

La proposta è stata assegnata il 4 Aprile alla Commissione di Giustizia di Montecitorio in sede referente e posta tra i provvedimenti da inserire nel calendario dei lavori.
Manuela Avino

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