La fiducia al ddl intercettazioni sarà formalmente posta dal governo alla ripresa dei lavori dell’Aula fissata per le 17. La notizia, o meglio il preannuncio, è stato dato in Aula dal presidente di turno Leone che ha riferito l’intenzione del governo ed ha quindi disposto una sospensione della discussione, per permettere al governo e alla maggioranza di mettere a punto il maxiemendamento.
Nel maxiemendamento verrà riportato tutto quello che era stato concordato dalla maggioranza in Commissione ma anche e molti dicono ‘soprattutto’ fuori direttamente tra i partiti della maggioranza. Unica novità, dal punto di vista tecnico, è la previsione della facoltà da parte dei Pm di chiedere i tabulati telefonici. Novità tutto sommato non di rilievo visto che il pm (lo prevederà lo stesso maxiemendamento) può richiedere con procedura d’urgenza l’intercettazione e se può fare questa seconda non si vede perché dovrebbe avere precluso il tabulato che peraltro una sentenza della Cassazione aveva equiparato alle intercettazioni ai fini delle potestà del pm.
Resta la definizione degli ”evidenti” al posto dei ”gravi” motivi per richiedere le intercettazioni. Restano anche le restrizioni al diritto di cronaca, nel senso che i giornalisti che pubblicano un atto soggetto a regime di secretazione rischiano una condanna da 6 mesi a 3 anni, anche se questa è convertibile in una pena pecuniaria. Dal punto di vista pratico il giornalista che viene a conoscenza di una intercettazione che presuppone o documenta un reato grave, non può darne notizia fino a quando l’intercettazione non viene contestata all’indagato o al suo avvocato. E in questo caso il giornalista non può riportarne il testo ma solo un riassunto.
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