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DA “CRESCERE TRA LE RIGHE” LE NUOVE POSSIBILI FRONTIERE DELL’INFORMAZIONE

“E’giusto che il dibattito si apra, perchè l’informazione professionale ha un valore e costa. Nessuno ha la soluzione in tasca su come procedere: quella dei micropagamenti è un’ipotesi che cresce”. Lo ha detto Franco Siddi, segretario della Fnsi, a margine dei lavori del convegno ‘Crescere tra le righe’ organizzato dall’Osservatorio permanente giovani-editori di Andrea Ceccherini, tenutosi a Borgo la Bagnaia.
Sulla scia dell’annuncio delle dichiarazioni del magnate dei media, Rupert Murdoch, convinto che il modello delle news on line, completamente gratuite, non sia più sostenibile e fervente sostenitore dell’informazione a pagamento sul web, Siddi ha aggiunto che “forse ci sono altre strade: penso a una normativa internazionale sul diritto d’autore e a formule da agganciare a nuovi modelli di business editoriale. Ad esempio si potrebbe agganciare all’acquisto del giornale tradizionale l’accesso diretto ad una parte dei contenuti on line, garantiti dallo stesso marchio e dalla stessa redazione, e formule privilegiate di pagamento per archivi, documenti e altro materiale di pregio”. Anche perchè “se serve un nuovo modello di business, è necessario pure ripensare come arricchire la qualità dei giornali, la diversificazione dell’informazione tra piattaforme diverse di comunicazione, evitando anche di finire in uno sfrenato ‘copia e incolla’.
Tra i sostenitori del nuovo modello che, se ben strutturato, potrebbe essere un valido strumento per superare la crisi dell’editoria c’è John Elkann, vicepresidente della Fiat, che sostiene: “è difficile calcolare se un giorno il web potrà stare economicamente in piedi da solo. L’importante è dare ai propri lettori quello che loro interessa, valorizzarlo al meglio anche con l’aiuto della tecnologia facendosi pagare per questo”.
Di “servizio personalizzato per l’utente”, parla anche Ferruccio De Bortoli mentre Paolo Mieli, presidente di Rcs Libri ed ex direttore del Corriere, sottolinea che l’informazione è un “elemento cruciale della democrazia”, e in quanto tale, assolutamente da salvare.
Durante il convegno un importante riferimento non è mancato ai giovani, sollevato da Andrea Ceccherini, presidente dell’Osservatorio giovani-editori, il suo è un invito alla lettura: “leggere serve a pensare, e pensare in una democrazia non è certo esercizio superfluo”. Un invito che raccoglierà consensi, si spera. Per il momento lasciano ben sperare le cifre dell’Audipress, che segnalano un aumento (circa 500 mila in più) dal 2002 ad oggi, dei giovani lettori di età tra i 14 e i 17 anni.

Serena Fusco

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