Crac Interattiva: arrestato manager di Mediaset per bancarotta

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Andrea Ambrogetti
Andrea Ambrogetti
Andrea Ambrogetti

Andrea Ambrogetti, direttore delle relazioni istituzionali Italia di Mediaset – azienda totalmente estranea alla vicenda – nonché presidente della associazione nazionale per lo sviluppo della tv digitale terrestre (Dgtvi), è stato arrestato dalla Guardia di Finanza di Milano, assieme ad altre cinque persone, in relazione al crac della società di telecomunicazioni “Interattiva” fallita nel 2012.
Ambrogetti è finito ai domiciliari in qualità di ”amministratore di fatto” della società in bancarotta con un passivo di circa tre milioni di euro. Con lui, sono finiti ai domiciliari, su ordine del gip di Milano Natalia Imarisio e su richiesta del pm Bruna Albertini, titolare dell’inchiesta, anche sua moglie, Ilaria Sbressa, la sorella di lei, un avvocato e due commercialisti romani.
Nell’ambito dell’inchiesta, oltre all’ipotesi di reato di concorso in bancarotta, si contesta ai sei arrestati, a vario titolo, anche i reati di tentata truffa e turbativa d’asta. Ambrogetti, da quanto si è saputo, risponde di tutti e tre i reati. La tentata truffa e la turbativa d’asta sono contestati in relazione al tentativo da parte della società “Interattiva Media”, nata sulle “ceneri” della Interattiva srl fallita, di ottenere un finanziamento per milioni di euro dal Ministero dell’Università e della Ricerca per un progetto didattico.
Nell’ambito della stessa indagine, che non riguarda, dunque, assolutamente il Biscione, questa estate il giudice di Milano Natalia Imarisio, aveva sequestrato in via preventiva le quote delle società Imove srl, Interattiva Media srl e Ime srl, oltre a una quota del consorzio Alphabet.
Secondo le indagini, Ilaria Sbressa “quale legale rappresentante della società fallita il 17 novembre 2012”, la sorella Alessandra “quale agevolatrice delle condotte” e Ambrogetti “quale amministratore di fatto e coadiutore della moglie nonché utilizzatore per scopi personali delle risorse finanziarie della societa'”, erano già indagati per alcune dubbie “alienazioni di partecipazioni societarie per 1,5 milioni di euro”, e prelievi di contanti allo sportello per 405 mila euro tra l’8 gennaio 2008 e il 27 aprile 2009.

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