Il presidente dell’Autorità per le garanzie nelle Comunicazioni, Corrado Calabrò è stato intervistato da Tv Talk, il programma di Rai Educational, in onda domani alle 9 su Raitre. Sul problema di Europa7 ha affermato: “La legge Gasparri va modificata”. “Questo è compito del legislatore, come è compito del governo favorire, possibilmente anticipare, il passaggio al digitale. Anche se in Italia c’è una sovrautorizzazione alle frequenze disponibili, con un attento esercizio, con un po’ di buona volontà e con accuratezza tecnica, si può avere un dividendo da distribuire a nuovi entranti. Il passaggio al digitale dovrà consentire un allargamento di operatori nel campo televisivo”.
Sulla tv pubblica il presidente dell’Agcom ha sentenziato che è possibile immaginare una rete Rai dedicata solo al servizio pubblico e finanziata esclusivamente dal canone e magari aumentare il canone a fronte, però, di un’offerta culturale più ricca. Alla domanda sulla differenze di programmazione tra le reti commerciali e quelle pubbliche ha risposto: “In fondo sono tutte omologate e forniscono gli stessi prodotti. Prendiamo per esempio il modello della Bbc, che offre documentari storici, geografici, scientifici e spettacoli culturali di livello”. Ma il servizio pubblico può soddisfare queste esigenze nel momento in cui il 50% è finanziato con la pubblicità e il 50% con il canone? “Bisogna vedere che cosa si vuole scegliere all’interno della Rai, una rete destinata esclusivamente al servizio culturale ovvero se si vuole fare una organizzazione mista”. Una “soluzione possibile” potrebbe essere quella di una rete dedicata esclusivamente al servizio pubblico, finanziata solo dal canone.
Quanto alla necessità di una piena autonomia del sistema dell’informazione televisiva, per Calabrò è necessaria “una varietà di prodotto ben maggiore di quella che c’è’ in Italia. L’Italia nasce anchilosata, perché con un sistema di doppia dominanza ha bloccato a lungo il pluralismo e l’evoluzione”.
Fabiana Cammarano
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