Il 7 giugno scorso il Tribunale di Milano ha accolto le richieste del Biscione stabilendo che i video caricati “illegalmente” su Italia Online (Iol), portale poi divenuto Libero.it, violavano il copyright. I filmati in questione sono di produzione Mediaset: Grande Fratello, Amici, I Cesaroni. Il giudice ha condannato Libero.it a pagare 250 euro al giorno, per ogni video non rimosso.
Fonti vicine a Libero.it fanno sapere che l’azienda sta già studiando il ricorso in appello. E la partita è tutta da giocare visto che la sentenza, se da un lato vede una violazione del copyright nella diffusione dei video di Mediaset, dall’altra ha affermato che non spetta al provider il controllo preventivo del materiale caricato dagli utenti, perché sarebbe impossibile. Secondo Libero.it, infatti, i video non sono stati caricati dalla società ma dagli utenti, quindi il portale sarebbe stato “solo” un medium di diffusione. A dare forza alla tesi del portale “pirata” è un importante precedente. Un anno fa, infatti, Mediaset è stata sconfitta in una causa simile quando il tribunale di Madrid ha respinto la richiesta dell’emittente televisiva Telecinco (proprietà del gruppo Mediaset), che accusava YouTube di violazione di copyright, per i contenuti in caricati dagli utenti sulla sua piattaforma. Per il giudice «YouTube non era tenuta a verificare i contenuti messi in rete dagli utenti».
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