Attenzione, però, a considerare il decreto firmato dal presidente Paolo Romano come un mero atto di “defenestrazione” pronunciato nei confronti del Corecom. E’ lo stesso ufficio del Centro Direzionale a chiarirlo, considerando quel documento come una sorta di “semplice presa d’atto di una pronuncia giurisdizionale e della applicazione delle leggi vigenti”. Come a dire: che c’entriamo noi? Sono scaduti. La loro corsa è finita qui. Punto.
Morale della favola, si precisa ancora dai vertici della presidenza dell’assemblea legislativa campana, si tratta di un atto “ricognitivo e non discrezionale, che non ha sancito alcuna ‘decadenza’ dei componenti del Corecom né tantomeno attuato politiche di spoil system”.
Nello specifico, la presidenza del Consiglio sottolinea ancora che: “alla luce della Sentenza del Consiglio di Stato n.6931/2001, si è preso atto della scadenza del Comitato Regionale delle Comunicazioni della Campania da essa indicata nella data del 26 novembre 2013 e dello spirare, in data 9 gennaio 2014, del termine massimo di prorogatio, fissato in 45 giorni, degli organi amministrativi, previsto dal Decreto Legge 16 maggio 1994 n. 293, convertito con modificazioni dalla Legge 15 luglio 1994 n.444”. Inoltre, incalza la nota: “al fine di garantire la continuità amministrativa ordinaria dell’Organismo, è stato nominato, a titolo gratuito, un dirigente di ruolo del Consiglio regionale (si tratta di Giovanna Donadio, ndr)”.
”Anche alla luce di quanto sopra – conclude la presidenza del parlamentino – il Consiglio regionale della Campania si attiverà in tempi rapidi per le procedure di propria competenza per l’elezione del nuovo Corecom secondo le leggi e le normative vigenti in materia”. In pratica, l’annuncio dell’imminente riapertura del bando. Tuttavia è bene ricordare che sulla decadenza del Corecom pende tuttora il ricorso presentato dagli stessi componenti (nove in tutto, contando anche vicepresidente e presidente) dichiarati…decaduti. Ricorso presentato davanti al Tar della Campania.
In attesa del verdetto finale (atteso nel giro di tre, massimo cinque mesi), il Comitato andrà avanti in regime di “amministrazione ordinaria”. Poi si vedrà. Ma tutto dipenderà dalle decisioni del Tar.
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