Il Gruppo che riunisce le Autorità europee di protezione dati (Gruppo Articolo 29) ha di recente adottato il rapporto sullo stato di attuazione della direttiva 2006/24 (la cosiddetta ”Direttiva Frattini”) che introduce disposizioni che derogano a quelle della direttiva sulla privacy nelle comunicazioni elettroniche (direttiva 2002/58) in materia di dati di traffico telefonico e telematico, consentendo di conservare tali dati oltre il periodo eventualmente necessario ”ai fini della fatturazione per l’abbonato e dei pagamenti di interconnessione” quando ciò sia indispensabile per l’accertamento e la prevenzione di reati.
Dal rapporto emerge un quadro complessivamente disarmonico, sia sul recepimento della direttiva da parte degli Stati membri, sia sulle specifiche disposizioni nazionali, che in alcuni casi risultano contrarie ai principi della direttiva stessa o gravemente manchevoli con particolare riguardo alle misure di sicurezza adottate.
L’analisi del Gruppo Articolo 29, coordinata dall’Autorità italiana, ha preso le mosse da un questionario congiunto che è stato inviato dalle Autorità di protezione dati dei Paesi membri ai principali provider nazionali. I risultati mostrano che il periodo di conservazione nei diversi Paesi dell’Unione varia fra 6 mesi e 10 anni a seconda delle legislazioni nazionali; le categorie di dati conservati eccedono spesso quelle indicate nella direttiva, soprattutto per quanto riguarda i dati di traffico telematico che in taluni casi comprendono anche dati relativi ai contenuti delle comunicazioni.
Egidio Negri
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