La Corte di Cassazione, nell’ordinanza n. 2594 del 3 febbraio scorso, ha specificato la indeducibilità dall’imponibile delle società, delle somme corrisposte a titolo di sanzione dall’Autorità Antitrust. L’ordinanza spiega che la natura afflittiva delle suddette somme esclude l’esistenza di un rapporto di correlazione tra redito e costo, quando quest’ultimo dipende da comportamenti illeciti del contribuente. La sanzione pecuniaria dell’Antitrust, infatti, è circostanza che non influisce sulla nascita dell’obbligazione tributaria, in quanto derivando da attività non solo autonoma e esterna rispetto al corretto esercizio dell’impresa, ma antitetica a questa, non può qualificarsi fattore produttivo. Quindi, pretendere che costituisca costo deducibile dal reddito dell’impresa, significherebbe neutralizzare interamente la ratio punitiva della penalità.
In previsione delle attività di certificazione del bilancio di esercizio al 31.12.2023, ricordiamo che il…
Ieri i giornalisti di Agenzia Dire si sono astenuti dal lavoro per una giornata di…
L’impegno delle Cooperative passa dal rilancio dell’editoria e della cultura del Paese. L’associazione generale delle…
Renzi sgancia la bomba: la Rai pagherebbe, naturalmente con soldi pubblici, il Fatto Quotidiano. L’ex…
Addio a Luigi Bardelli, presidente nazionale di Corallo. Il giornalista è scomparso nella notte tra…
In previsione delle attività di certificazione del bilancio di esercizio al 31.12.2023, ricordiamo che il…