Sulla prima pagina di “Barisera” il 30 novembre apparve l’editoriale dell’ultimo direttore del giornale, Pino Ricco, nel quale si spiegava ai lettori le ragioni della scelta nella speranza, poi risultata vana, che fosse soltanto una parentesi. Ecco quanto pubblicato:
Il giornale che state leggendo è l’ultimo numero di Barisera per questo 2012. L’amministratore della società che edita il quotidiano, di concerto con giornalisti e poligrafici, nell’intento di comprimere le spese ha scelto di interrompere le pubblicazioni non essendoci alcun tipo di certezza sul futuro della testata e dei lavoratori.
Trattandosi di una cooperativa, l’azienda è da oltre un mese in attesa di capire se, e quando, arriverà il contributo erogato dallo Stato per la legge sull’editoria. Un contributo che peraltro si riferisce al 2011 e quindi a soldi già spesi e investimenti già effettuati. Un contributo che già l’anno passato (in relazione al 2010) è arrivato in ritardo e decurtato del 18% su quanto spettante; somma mai più recuperata. Il che ha messo ancor più in ginocchio la struttura.
A nulla quindi, potrebbero essere valsi tutti i sacrifici a cui i lavoratori si sono sottoposti in questi anni pur di mantenere in vita l’azienda e garantire pluralità d’informazione ai lettori ed il posto di lavoro a se stessi. A nulla vale il fatto che parte dei contributi che lo Stato concede (nella misura del 50% sulle spese) ritornino comunque nelle Casse romane sotto forma di tasse, a vario titolo.
Il giornale costa solo 50 centesimi, prezzo rimasto invariato dal passaggio delle lire in euro. Sarebbe stato semplice aumentarlo, magari raddoppiandolo, ma di questi tempi riteniamo sia una mossa poco comprensibile. A parte che non risolverebbe la questione.
Comunque, l’attività di Barisera non si ferma qui. Da domani, 1 dicembre, continueremo a garantire informazione sul nostro sito web www.barisera.net, con una quantità di notizie certamente superiore a quella che finora, per scelta editoriale finalizzata alla vendita del giornale, abbiamo dato.
L’auspicio, naturalmente, è che si tratti soltanto di una parentesi, magari frutto del momento difficile che la stragrande maggioranza delle aziende (soprattutto le piccole) sta vivendo in questa lunga stagione di crisi. Vedremo.
Grazie a quanti ci sono stati vicini e seguito l’edizione cartacea in questi 16 anni.
Arrivederci.
Pino Ricco
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