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AUDIZIONE CALABRÒ SU DIRITTO D’AUTORE. VITA: «REGOLAMENTO INSUFFICIENTE, SERVE UNA LEGGE»

Si è tenuta oggi l’audizione del Presidente dell’Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni al Senato davanti alle Commissioni cultura e comunicazioni. Il tema è stato internet e il diritto d’autore, argomenti trattati dalla recente delibera che non è piaciuta la mondo della rete e che l’Agcom ha dovuto ritirare e rimettere – per la seconda volta – a consultazione pubblica.
Calabrò ha ribadito che il diritto alla libera circolazione del pensiero nelle nuove forme della tecnologia è «indubbiamente un principio fondamentale per la società di oggi ma non può e non deve strangolare i diritti patrimoniali sulle opere dell’ingegno». «Internet è un’autostrada, non è il pilota dell’automobile». Il presidente Calabrò ha anche sottolineato che l’Agcom «non ha la benché minima propensione a diventare lo sceriffo di internet come qualcuno ha paventato».
L’azione dell’Agcom è orientata dal bilanciamento «tra una rete libera e aperta e la protezione della proprietà intellettuale».
Di tutt’altra opinione le Associazioni promotrici della Campagna informativa contro la delibera dell’Agcom (sitononraggiungibile.it) che hanno inviato una lettera ai Presidenti e ai Membri delle Commissioni Istruzione Pubblica e Comunicazioni del Senato per ribadire la necessità che l’Agcom accolga la moratoria sulla delibera in tema di diritto d’autore, in attesa che sia lo stesso Parlamento a decidere in merito. «Se non sarà modificato durante le consultazioni estive, l’Agcom diventerebbe arbitro unico di tutti i contenuti presenti sulla Rete, rischiando di mettere in pericolo principi fondamentali come giusto processo, libertà di espressione, di informazione, diritto di accesso alla conoscenza e la libertà di impresa», ha dichiarato l’associazione radicale Agorà Digitale.
Il senatore Vincenzo Vita, Vice presidente della Commissione Cultura ha fatto presente che l’Italia attende da anni una riforma della legge sul diritto d’autore, «non basta un regolamento». «L’evoluzione acceleratissima dei beni immateriali richiede una forma di tutela adeguata alle novità. La libertà della rete e la tutela del lavoro intellettuale sono entrambi diritti essenziali. Proprio per questo – sottolinea Vita – è preferibile una scelta di moratoria da parte dell’Autorità, facendo precedere l’atto definitivo dell’Agcom dal varo di una breve ma impegnativa legge di principi del Parlamento italiano. O è meglio che piovano ricorsi a proposito della legittimità della decisione dell’organismo di garanzia e della stessa competenza a decidere di quest’ultimo?».

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