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Le associazioni dell’audiovisivo propongono una riforma della Rai

Dalle associazioni dell’audiovisivo arrivano proposte per cambiare il volto della Rai. La Mostra del Cinema di Venezia è stata la cornice di una proposta avanzata da  100autori, Agpci, Anac, Anica, Apt, Art, Doc/It, Pmi Cinema e Audiovisivo.  Le associazioni chiedono un numero di canali più ristretto, la separazione delle attività sovvenzionate con risorse fiscali da quelle finanziata dalla pubblicità, una gestione dei diritti che favorisca la crescita dei produttori indipendenti, una concessione decennale e una governance duale, con un consiglio di sorveglianza che nomini il vertice dell’azienda. Questi argomenti saranno presentati a settembre nella consultazione annunciata dal Governo per il rinnovo della concessione. Alla base di tutte le proposte delle associazioni c’è il concetto per cui il contenuto è più importante del contenitore. Per questo motivo la Rai dovrebbe agire maggiormente come leva di crescita dell’industria nazionale, rifondando il rapporto con produttori e autori per sfruttare nel modo migliore i prodotti. Le associazioni puntano il dito sui due principali problemi derivanti dalla cattiva gestione: la scarsità di posti di lavoro e di esportazioni. A causare questi squilibri sono la dispersione delle risorse economiche su troppi canali e la mancanza di incentivi per la produzione indipendente di contenuti.

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