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Antenna Sicilia in crisi, al via la mobilità per 16 dipendenti

L’editoria locale è ormai al collasso in tutta Italia. Gli ultimi mesi della crisi dell’editoria sono stati particolarmente duri al Sud, dove 14 dipendenti di Telejonica-Rete8 e 17 lavoratori di Telecolor hanno perso il lavoro. Sabato scorso è stato il turno di 16 dipendenti di Antenna Sicilia.

Era il giugno del 1979 quando Pippo Baudo benedisse a Catania i natali di Antenna Sicilia. Dopo 36 anni la storica emittente tv ha avviato la procedura di mobilità per 16 lavoratori tra giornalisti e tecnici.
Lo scorso sabato il volto della rete, la giornalista Flaminia Belfiore, ha annunciato che “tra 75 giorni la redazione sarà azzerata” e sparirebbe quasi tutto il palinsesto. Unici programmi superstiti sarebbero le televendite e qualche replica. Addio a tutti i programmi d’informazione, l’unificazione dei dipendenti di Antenna Sicilia e Telecolor attraverso il contratto di rete non è bastato a mettere a posto i conti del gruppo Ciancio (editore anche da La Sicilia).

Secondo quanto dichiarato dall’Assostampa la proprietà ha annunciato all’improvviso la redazione di aver avviato le procedure di mobilità per 16 fra giornalisti e tecnici. Il colpo è durissimo per tutto il settore dell’informazione della provincia di Catania perché i 16 licenziamenti di Antenna Sicilia si aggiungono ai 14 dello scorso febbraio di Telejonica-Rete8, che era arrivata a 38 anni di attività frenetica sul territorio, ed ai 17 esuberi annunciati qualche settimana fa da Telecolor. Nella nota diffusa, l’Assostampa critica in maniera aspra il “totale fallimento di una politica industriale basata sulla incapacità di gestione del monopolio televisivo locale”.

Da metà settembre partirà lo stop a tg e programmi di intrattenimento. “Antenna Sicilia rinuncerà completamente all’informazione e all’intrattenimento con il taglio di 16 posti di lavoro tra tecnici e giornalisti, peraltro senza stipendio già da alcuni mesi”, si legge nella nota diffusa dall’Assostampa. “Ancora una volta la proprietà riconducibile alla famiglia Ciancio ha deciso tagli drastici senza essere in grado di proporre almeno una traccia di piano industriale, una sola idea di rilancio o di tentativo di frenare la corsa verso il burrone, un’ipotesi anche misera di tutelare i lavoratori e la stessa mission dell’azienda”.

Sui conti del gruppo pesa ancora l’istanza di fallimento presentata da 6 giornalisti di Telecolor licenziati 9 anni fa e che a loro volta scrivono attraverso una nota che “la famiglia Ciancio ha dimostrato di essere un cattivo pagatore non rispettando la sentenza della Cassazione che la condanna al pagamento di quanto dovuto per un licenziamento illegittimo”. L’editore, Mario Ciancio Sanfilippo, è finito sotto la lente d’ingrandimento della Procura: potrebbe aver “apportato un contributo causale a cosa nostra catanese” ed a breve si dovrà decidere sull’eventuale processo per concorso esterno in associazione mafiosa. Nel frattempo gli sono stati sequestrati 12 milioni di euro tra titoli e azioni depositati in Svizzera oltre che la somma in contanti di 5 milioni.

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