Il logo di Amazon
Blackout per Amazon.com, ieri sera, per gli utenti di Usa e Canada. In base a quanto riportato dai media americani il colosso dell’e-commerce è stato inaccessibile dai 15 ai 40 minuti, con perdite stimate per oltre 5 milioni di dollari. L’episodio arriva a pochi giorni da altri significativi blackout: in primis Google che venerdì, con i suoi appena 2 minuti di “buio”, ha causato un crollo del traffico globale di internet del 40%, e poi Microsoft che ha ripristinato i servizi connessi ad Outlook dopo ben 3 giorni.
Amazon non ha ancora commentato l’accaduto, ma secondo le testimonianze in rete degli utenti pare che l’inconveniente abbia riguardato ”solo” gli accessi dagli Stati Uniti e dal Canada. Quota di click non indifferente considerando che sono il “bacino” primario per la piattaforma di acquisti online.
Secondo RetailNet Group, Amazon processa in media al minuto transazioni per oltre 163.600 dollari. Curiosamente, riporta l’edizione online della Bbc, poco dopo il blackout di Amazon.com anche la sezione del supporto online del sito di Intel è stato irraggiungibile per un po’. Ma un portavoce del produttore di chip ha spiegato che è stato per motivi ”interni”. Dunque una coincidenza, anche se non l’unica.
La settimana di Ferragosto ha fatto il ”pieno” di blackout. A partire da Google che venerdì si è improvvisamente ”spento” per un paio di minuti: tutto offline, dal servizio di posta Gmail a YouTube. Ma soprattutto il motore di ricerca. Cosa che, secondo GoSquared, ha provocato un crollo del 40% del traffico globale sul web. Mountain View non ha spiegato il motivo del blackout.
Anche Microsoft nei giorni scorsi ha avuto problemi con i servizi legati ad Outlook.com, ripristinato dopo tre giorni, motivato con un ”flusso di traffico non gestito correttamente”. La settimana scorsa il sito web di uno dei colossi dell’informazione americana, il New York Times, è risultato fuori uso per circa due ore. Fox News aveva a caldo ipotizzato un attacco hacker, mentre il Nyt ha poi affermato che si è trattato di un problema interno con i suoi server.
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