Categories: Editoria

Agcom senza potere, tra partitocrazia e azionisti

Quando un’autorità è senza potere, il gioco degli equilibri all’interno si rompe, e nuove dinamiche regolano gli assetti. L’autorità per le garanzie nelle comunicazione che nei giorni scorsi ha festeggiato il suo ventesimo compleanno, oggi rappresenta una concentrazione di potere dipendente dalla partitocrazia e da azionisti che la finanziano. (Fatto quotidiano). Agcom, presieduta da Marcello Cardini, non svolge più i compiti stabiliti dalla legge, ma dipende da chi la finanzia e dal potere politico.  L’assenza di potere non ha permesso più all’autorità di svolgere le funzioni per cui è nata perché le leggi di mercato e il potere politico hanno svuotato l’organismo indipendente della sua capacità decisionale. Le autorità indipendenti sono nate con lo scopo di tutelare gli interessi pubblico e della collettività, hanno la natura giuridica di ente pubblico non economico. L’autorità per le garanzie nelle comunicazioni regola la competizione degli operatori sul mercato , tutela il pluralismo e le libertà fondamentali dei cittadini nei settori della comunicazione, dell’editoria, dei mezzi di comunicazione di massa e delle Poste. L’Agcom è stata istituita dalla legge 249 del 1997, l’autorità svolge funzioni di regolamentazioni e vigilanza nei settori delle telecomunicazioni, dell’audiovisivo, dell’editoria. L’organismo risponde del proprio operato al Parlamento.  L’autorità è nata con il compito di regolare il duopolio televisivo costituito da RAI e Mediaset, ma il suo intervento non ha dato buoni risultati . L’attuale presidenza di Cardoni si è distinta per aver realizzato la sfortunata fusione tra il gruppo editoriale l’Espresso e la Stampa della Fiat. L’Agcom   fa parlare di se, per gli stipendi d’oro percepiti dal suo personale, oggetto di forti dibattiti nelle aule parlamentari. L’autority ha due sedi, la sede principale a Napoli per la quale spende un milione e 671 mila euro l’anno e la sede di Roma che costa 2 milioni e 100 mila euro. Il personale percepisce stipendi per una spesa totale di 50 milioni di euro l’anno. I costi sostenuti dall’autorità sono enormi, e richiedono un ridimensionamento, la spending rewiew,  è l’unica soluzione per riportare l’autorità alla sua originaria e fisiologica struttura.   Ma un’autorità senza potere come può svolgere i suoi compiti? Una nuova regolamentazione è necessaria, per permettere  di ripristinare gli equilibri persi nel corso di questi anni e  svolgere le sue funzioni.

 

 

Marcella Losco

Recent Posts

Libertà di espressione dei magistrati: una questione sempre più attuale anche in Italia

Negli ultimi anni, anche in Italia, il tema della libertà di espressione dei magistrati è…

29 minuti ago

Circolare n. 54 del 18/12/2025 – Contributi alle scuole per l’acquisto di abbonamenti ai giornali

Anche per l’anno scolastico 2025/2026 è aperta la procedura per la concessione dei contributi destinati alle istituzioni scolastiche per…

16 ore ago

Antenna rassicura Gedi: “Rispettiamo la linee editoriale”

Il Gruppo Antenna, in procinto di acquisire le testate Gedi, non avrebbe la minima intenzione…

16 ore ago

Gedi, pure il Cnog chiede la golden power su Rep e La Stampa

Anche l’ordine dei giornalisti si allinea alle richieste di Elly Schlein e chiede al governo…

17 ore ago

Il Crotonese: 45 anni di informazione cooperativa e indipendente a Crotone

In questi giorni si parla tanto delle sorti dei giornalisti del gruppo Gedi, ma come…

2 giorni ago

Sostegno all’informazione, Fnsi richiama il governo: “No al gioco delle tre carte”

Il sostegno all’informazione non può essere esclusivo né parziale, la Fnsi rampogna il governo dopo…

2 giorni ago