Il punto è riuscire a capire perché il gruppo delle telecomunicazioni voglia liberarsi della commessa. Secondo i lavoratori, “le motivazioni sono da ricondursi non alla mancanza di lavoro, ma alla selvaggia competizione del mercato che porta anche allo spostamento delle attività dall’Italia verso l’estero”. Nel documento in cui denunciano la loro preoccupazione, scrivono di “delocalizzazioni selvagge delle attività all’estero in nome solo del profitto”. Fastweb, dal canto suo, al momento non fornisce spiegazioni, né ai lavoratori né ai giornalisti che interpellano l’azienda a questo proposito. I sindacati, invece, sembrano ottimisti: “La trattativa va avanti, abbiamo raggiunto un discreto risultato: molti licenziamenti sono stati scongiurati” dice Riccardo Saccone, coordinatore nazionale delle telecomunicazioni per la Cgil. “Certo, il problema delle delocalizzazioni c’è ed è grande come una casa in Italia. Non ci sono prove che Fastweb non voglia muoversi in quella direzione, per fortuna ora le aziende sono almeno obbligate a darne notizia al ministero”.
L’Agcom ha fornito la solidarietà a La Stampa dopo gli attacchi alla redazione di una…
Mediaset trascina l’intelligenza artificiale in tribunale. La prima causa italiana di un editore contro l’Ai.…
Quando un editore italiano compra libri, giornali o periodici dall’estero, l’IVA non si applica sempre…
Allo scopo di garantire il rispetto del pluralismo, della libertà di espressione, della diversità culturale…
Girano le poltrone nel gruppo Cairo: Alberto Braggio è il nuovo amministratore delegato di La7.…
In attesa che finalmente l’Italia recepisca in pieno il Regolamento European media freedom act, la…