Non si è fatta attendere la risposta dello Iap alla nuova direttiva europea sulle pratiche commerciali sleali che ha modificato profondamente lo scenario della tutela del consumatore. E’ stato infatti presentato ieri a Milano il nuovo Codice della comunicazione commerciale, aggiornato alla luce delle importanti novità che la direttiva 2005/29/Ce ha apportato in tema di pratiche commerciali scorrette e quindi anche nella comunicazione.
Il nuovo codice, oltre ad avere eliminato la parola pubblicità e averla sostituita con comunicazione commerciale, si applicherà non più solo all’advertising classico, ma anche a tutte quelle altre forme di comunicazione attraverso le quali le imprese promuovono i propri prodotti. L’allargamento della competenza porterà l’autodisciplina a confrontarsi sia con nuovi operatori della comunicazione sia con nuovi strumenti di comunicazione, meno misurabili e codificabili rispetto ai media tradizionali, focalizzando sempre la propria attenzione sul fatto che queste siano svolte nel pieno rispetto del consumatore e dei concorrenti leali. E’ il caso delle promozioni, del direct marketing, dei new media e, anche se non citati, degli eventi e delle stesse relazioni pubbliche. La nuova versione del codice entrerà in vigore il prossimo lunedì 21 gennaio. Tra le novità introdotte vi è anche la definizione di consumatore, inteso come ogni soggetto – persona fisica o giuridica come pure ente collettivo – cui sia indirizzata la comunicazione commerciale o che sia suscettibile di riceverla. Secondo l’art. 2 del Codice, rubricato Comunicazioni commerciali ingannevoli, nel valutare l’ingannevolezza della comunicazione si assume come parametro il consumatore medio del gruppo di riferimento. Quanto alla natura del prodotto o del servizio, secondo la definizione del Codice, non è soggetta all’applicazione del codice. La presentazione del nuovo Codice è stata anche l’occasione per comunicare due importanti novità in seno allo Iap. La nomina dell’avv. Giovanni Deodato, già magistrato presso la Corte di Cassazione e deputato al Parlamento, alla presidenza del Giurì, in sostituzione di Giovanni Jucci. Nel 2007, infine, i casi trattati sono stati 793, in crescita rispetto ai 776 del 2006, dei quali 79 pronunce del Giurì e 749 casi trattati dal Comitato di controllo. (F.U.)
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