L’emendamento del Governo al DL Semplificazioni sulla disagregazione dei prezzi d’affitto della rete fissa di Telecom Italia dai servizi accessori è stato approvato all’unanimità dalla Commissione Affari Costituzionali e verrà presto sottoposto al voto parlamentare. Confermati i pieni poteri di indirizzo all’Agcom “al fine di garantire la massima concorrenzialità nel mercato delle telecomunicazioni” si legge nel testo.
L’Autorità entro 120 giorni dall’entrata in vigore della legge di conversione del decreto “individua le misure idonee ad assicurare l’offerta disaggregata dei prezzi relativi all’accesso all’ingrosso alla rete fissa e ai servizi accessori, in modo che il prezzo del servizio di accesso all’ingrosso alla rete fissa indichi separatamente il costo della prestazione dell’affitto della linea e il costo delle attività accessorie, quali il servizio di attivazione della linea stessa e il servizio di manutenzione correttiva”.
Il testo presentato dal Governo rappresenta una mediazone rispetto alla versione redatta dal Parlamento in quanto rende possibile l’acquisizione di suddetti servizi anche da imprese terze. “L’Autorità – recita il nuovo emendamento – individua le misure tese a rendere possibile, per gli operatori richiedenti, acquisire tali servizi anche da imprese terze operanti in regime di concorrenza, sotto la vigilanza e secondo le modalità indicate dall’Autorità medesima, assicurando comunque il mantenimento della sicurezza della rete”.
“Abbiamo tenuto conto di tutte le proposte parlamentari. E’ stato molto difficile trovare un punto di equilibrio perché era una situazione molto complessa anche per tutti gli interventi dei soggetti interessati”, commenta il ministro per la Funzione pubblica Filippo Patroni Griffi.
Ora non resta che attendere l’analisi del testo da parte della Commissione Ue che ne riscontrerà la compatibilità con la disciplina comunitaria. Intanto la Commissaria Neelie Kroes in un’intervista rilasciata a Corriere Economia avverte: “Se il testo finale non dovesse essere in linea con la legge europea, la Commissione non esiterebbe a usare i suoi poteri e, ove necessario, ad aprire una procedura di infrazione”.
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