Scade domani il termine per la presentazione delle domande inerenti alle misure compensative per la liberazione delle 76 frequenze televisive che interferiscono con il segnale dei paesi esteri confinanti. Le 144 tv locali interessate avranno diritto a degli indennizzi del valore totale di 50 milioni di euro. Tra qualche settimana saranno assegnati i bandi per l’utilizzo delle frequenze nazionali disponibili. Sarà messa in atto la separazione tra operatori di rete e fornitori di contenuti.
I problemi nascono dal contemperamento di differenti esigenze. Da una parte c’è l’obbligo di adempiere agli impegni presi con l’Itu per la risoluzione delle interferenze, dall’ altra la sorte dei duemila lavoratori del comparto . E’ a rischio il 50% dell’emittenza locale della costa adriatica, la più interessata dal problema interferenziale. Agcom e Mise non hanno fatto un gran lavoro nella regolamentazione delle misure sostitutive. Il valore degli indennizzi non sembra essere sufficiente. E d’altro canto Autorità e Ministero non hanno operato in simbiosi per la determinazione delle frequenze sostitutive. Il Mise ha chiesto più frequenze all’Agcom, che non le aveva pianificate in tutte le Regioni. Le esclusioni avrebbero ridotto notevolmente la capacità di spettro a disposizione delle tv locali. L’Autorità ha acconsentito a parole alle richieste governative, ma non ha integrato la sua disciplina con altri diritti d’uso. Da queste “incomprensioni” potrebbero nascere parecchi contenziosi legali nel prossimo futuro. Anche in relazione alle misure compensative si riscontrano delle criticità. A seguito della rideterminazione di graduatorie regionali i soggetti aventi diritto agli indennizzi sono aumentati. Pertanto molti soggetti dovranno restituire le somme già riscosse. Anche in questo caso è ipotizzabile una catena di cause tra le imprese e il Ministero. Le graduatorie sono formate sulla base di tre criteri: la media annua degli ascolti rilevati da Auditel nella singola regione o provincia autonoma; il numero dei dipendenti con contratto a tempo indeterminato; i costi sostenuti per i giornalisti assunti. Una terza soluzione, indipendente da indennizzi e frequenze sostitutive, è relativa ai consorzi tra emittenti. Il Governo incoraggia la formazione di società consortili che potranno avere diritto agli indennizzi e concorrere all’assegnazione delle frequenze libere.
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