Sigfrido Ranucci sarà convocato in Commissione vigilanza Rai

0
266

Sigfrido Ranucci e Paolo Corsini saranno convocati alla Commissione di vigilanza Rai. Lo ha deciso l’organismo di controllo che ha votato, a maggioranza, per vederli sfilare in audizione. Il centrodestra, compatto, ha sostenuto la mozione al contrario delle opposizioni che, invece, hanno votato contro. Sigfrido Ranucci dovrà riferire a proposito delle accuse piovutegli tra capo e collo a seguito della puntata sulla famiglia e, soprattutto, sull’eredità lasciata da Silvio Berlusconi. Una polemica che è stata inastata dall’ex ministro alle Telecomunicazioni Maurizio Gasparri. Che, dopo il voto, ha gongolato: “Ranucci ed altri dirigenti della Rai verranno in Vigilanza e ci dovranno spiegare chi era e quanto è costato quello che ad avviso di molti era un vero e proprio figurante spacciato, durante la trasmissione di Report, per un parlamentare di Forza Italia. Del resto non potranno avvalersi di un segreto professionale trattandosi del servizio pubblico che, con notizie inventate, denigra una forza politica presente in Parlamento. C’è poi da spiegare quanto e come siano costate le inchieste riguardanti la fanfaluca del testamento in Colombia”, ha tuonato in una nota. Maurizio Gasparri ha poi proseguito non lesinando accuse anche ad altri programmi, tra cui Avanti Popolo di Nunzia De Girolamo: “La Rai deve essere sostenuta con un adeguato finanziamento pubblico. Ne siamo convinti. Ma poi deve fare un buon uso di questo finanziamento. Non sperperarlo pagando Corona o organizzando dei set fantasmagorici con autentiche invenzioni. Tele-Baiardo non è quello che i cittadini vogliono. Perché Report è anche quella che ha intervistato Baiardo e ne ha diffuso le menzogne, che tali sono state definite dal suo stesso propagatore. Tele-Baiardo se la fanno a casa loro. Non sul servizio pubblico con i soldi dei cittadini. Saremo molto chiari su quanto è avvenuto in questi mesi”.

Di diverso avviso, invece, il Movimento Cinque Stelle. Che ha bollato la convocazione di Ranucci e Corsini davanti alla Commissione di vigilanza Rai come “un atto intimidatorio nei confronti della libera informazione e un precedente grave che apre la porta a una interpretazione distorta e strumentale delle funzioni della commissione”. E quindi: “Chi si ritiene diffamato si rivolga eventualmente a un giudice, ma la vigilanza non può essere utilizzata come un tribunale dell’inquisizione a fini politici o per interessi di partito”. Gli esponenti del M5s hanno concluso: “Ci preoccupa profondamente l’utilizzo che fa questa maggioranza di una istituzione di garanzia per attaccare in maniera sconsiderata la libertà di stampa e il servizio pubblico ignorando completamente le grandi sfide che la Rai ha di fronte”.

LASCIA UN COMMENTO

Inserisci il tuo commento
Inserisci il tuo nome