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S: Silvestro. Sciopero della fame per delocalizzare le antenne tv

Hanno perso in totale la bellezza di settantuno chili in poco più di una settimana, hanno subìto una perdita di peso di quasi sei chili a testa, ma non stiamo parlando di persone a dieta o del remake del film “Sette chili in sette giorni”, ma di qualcosa di molto più serio: dei 15 residenti di San Silvestro (più i tre che hanno iniziato ieri), disposti a tutto pur di difendere la salute e il futuro di figli e nipoti, e decisi a proseguire con lo sciopero della fame fino a quando la Procura non accerterà l’illecito penale e amministrativo delle emittenti radiotelevisive che trasmettono grazie ai ripetitori di San Silvestro, e fino a quando non vedranno partire i lavori di delocalizzazione delle antenne verso la piattaforma off-shore o verso uno dei 128 siti individuati in Abruzzo dal piano nazionale delle frequenze.

Erano saliti sulla bilancia sabato 6 luglio, giorno nel quale hanno cominciato il digiuno, e sono tornati a verificare gli effetti di questa civile protesta ieri mattina, pesandosi pubblicamente. Gli effetti del digiuno volontario si sono fatti sentire: Marino Candeloro ed Ettore Damiani hanno perso otto chilogrammi, Barbara Giampietro uno di meno, Brunella Di Lizio e Ugo Pantalone sei chili, Mara Campanella cinque, e meno quattro chili per Achille Chiola Lanaro, Giancarlo Di Marco, Lucio Di Nisio e Pierino Malandra.

Nei giorni scorsi l’unico ad aver sospeso lo sciopero della fame è stato Tommaso D’Orazio per problemi di salute. Da ieri hanno invece deciso di abbandonare la protesta Brunella Di Lizio e Barbara Giampietro, due delle mamme di San Silvestro che dopo aver perso circa il dieci per cento del peso corporeo con qualche malore, sono state fermate dagli altri componenti dell’associazione “No Elettrosmog”. Barbara Giampietro, residente in strada Masseria Farina a dieci metri dagli impianti della Rai, ha sei figli di età compresa tra i dieci e i 25 anni e la sua battaglia contro le antenne va avanti ormai da un quarto di secolo, dalla nascita del primo figlio, periodo nel quale ha visto anche morire sua nonna e sua madre a causa del tumore: «In Italia», afferma, «solo quando fai qualcosa di eclatante vieni ascoltato, mi aspetto che gli impianti di trasmissione vengano rimossi. Quando iniziai sapevo che la battaglia sarebbe stata dura, ma non mi aspettavo che durasse venticinque anni». I residenti di San Silvestro sono decisi ad andare avanti a oltranza, fino a quando non vedranno l’intervento delle autorità contro quella che considerano un’illegalità: «Penso che dovremo andare avanti», spiega Mariano D’Andrea, «le antenne devono essere spostate in uno dei 128 siti previsti dall’Agcom o nella piattaforma off-shore che è pronta. La colpa è di tutte le autorità che non fanno rispettare la legge. Presentammo la denuncia alla procura della Repubblica il 9 maggio del 2012, quando ci accompagnò anche il sindaco Albore Mascia e adesso è stato anche verificato che le emittenti non hanno alcun permesso per le antenne. La delocalizzazione sulla piattaforma, secondo uno studio dell’università dell’Aquila, costerebbe solo tre milioni e mezzo di euro, cifra irrisoria per Rai e Mediaset. Dispiace che in passato nessun politico locale abbia chiesto l’esistenza delle autorizzazioni al ministero». Per questo gli abitanti di San Silvestro si sentono presi in giro e andranno avanti fino a quando non vedranno azioni concrete e ufficiali. (http://ilcentro.gelocal.it/pescara/cronaca/2013/07/15/news/persi-71-chili-in-7-giorni-contro-le-antenne-1.7428200)

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