Roaming, entro il 30 luglio l’adeguamento delle tariffe

0
1308

Il regolamento comunitario sul roaming è entrato in vigore sabato scorso (30 giugno), ma i quattro gestori di telefonia mobile italiani non sono ancora in grado di offrire l'”Eurotariffa” ai loro clienti. Tutti hanno dichiarato di essere al lavoro per adeguarsi a quanto previsto dalla norma, ma non sanno fornire indicazioni precise su quando i clienti potranno chiamare spendendo meno mentre si trovano all’estero in uno dei paesi dell’Unione.
Del resto il regolamento stesso prevede che i gestori abbiano un mese di tempo dall’entrata in vigore del provvedimento per adeguarsi. Quindi fino al 30 luglio la situazione potrebbe rimanere invariata. In più, una volta messa sul mercato l’Eurotariffa o un’altra soluzione ancor più conveniente, gli operatori la devono attivare ai clienti che ne fanno richiesta al massimo entro un mese. Di conseguenza nella peggiore delle ipotesi, il taglio dei costi potrebbe diventare effettivo alla fine di agosto, quando la maggior parte degli italiani avrà già concluso le vacanze.
Al momento Tim, Tre, Vodafone e Wind non sembrano in grado o non vogliono giocare d’anticipo offrendo subito una riduzione dei costi che potrebbe rivelarsi una valida promozione commerciale per strappare clienti alla concorrenza. Per Eurotariffa, lo ricordiamo, si intende qualunque tariffa che prevede un costo per le chiamate effettuate mentre si è all’estero in uno dei paesi dell’Unione non superiore a 58,8 centesimi al minuto e di 28,8 centesimi per quelle ricevute. Tale tariffa non deve prevedere alcuna forma di abbonamento e costi fissi o ricorrenti e deve poter essere abbinata a qualunque piano tariffario domestico.
Per adeguarsi i gestori hanno a disposizione due strade: prevedere questa tariffa accanto ai piani e alle promozioni già esistenti o adeguare questi ultimi al regolamento. Esistono, infatti, soluzioni che già oggi hanno un costo al minuto inferiore a quanto stabilito, ma comportano un costo di attivazione e delle limitazioni alla durata o alla tipologia di traffico. Il regolamento, inoltre, non specifica alcuni aspetti che potrebbero dare luogo a confusione: nel testo, per esempio, si parla solo di costi al minuto e non si fa riferimento a un eventuale scatto alla risposta previsto dalle formule di roaming che consentono di pagare all’estero la stessa tariffa al minuto prevista per il traffico nazionale.

LASCIA UN COMMENTO

Inserisci il tuo commento
Inserisci il tuo nome