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RISORSE SCARSE, CAMORRA E CENSURA, LA DIFFICILE REALTÀ DI UNA TESTATA LOCALE. CE LA RACCONTA IL DIRETTORE DI METROPOLIS

Sono i numeri a descrivere la situazione di profonda crisi dell’editoria Italiana, che vedrebbe il paventarsi della chiusura di cento testate e relativi quattromila posti di lavoro persi, tra giornalisti e poligrafi. Abbiamo fatto un’intervista a Giuseppe Del Gaudio, direttore di Metropolis, testata locale che lotta da anni contro la difficile realtà della Camorra napoletana e che rischia di dover lottare anche per la sopravvivenza se verranno mantenuti i promessi tagli al settore.

DOMANDA: Carlo Malinconico si è dichiarato favorevole al credito agevolato a sostegno dell’editoria piuttosto che ai contributi diretti, quale è il futuro delle testate “minori” come Metropolis?
RISPOSTA: Il discorso è molto complesso. Non credo che basterebbe da solo il credito agevolato a mantenere in vita tante testate come Metropolis. Un piccolo passo in avanti potrebbe essere quello di “dirottare” le pubblicità istituzionali nazionali anche sui quotidiani cosiddetti minori e poi legare i contributi a una vera e propria riforma dell’editoria e ai contributi legati al numero degli assunti e alle copie vendute in edicola, per fare alcuni esempi.
D: Pensa si potrà mai sperare in una proposta di legge atta a “premiare” con contributi diretti anche testate “minori” che si distinguono per l’impegno reale ed attivo nel combattere le mafie locali, come ha fatto e continua a fare “Metropolis”?
R: Sarebbe il massimo. Ma non credo che ciò avverrà mai.
D: Se fosse stato nei panni di Monti, chi avrebbe nominato come sottosegretario con delega all’editoria?
R: Avrei sicuramente scelto Carlo Peluffo, che tra l’altro ha avuto la delega alla comunicazione. Una sorta di doppione di Malinconico. E Peluffo era già stato in quel settore e probabilmente da dentro il sistema conosce qualcosa in più di Malinconico.
D: Carlo Malinconico le sembra l’uomo giusto per arginare la crisi?
R: No, perché rappresenta solo gli interessi dei grandi gruppi editoriali.

D: Come lei sa, Malinconico ricopre da tre anni la carica di presidente della FIEG. Pensa che la sua nomina possa dare origine ad un conflitto di interessi a danno dei piccoli giornali?

R: Probabilmente sì.

D: Malinconico inneggia al diritto di cronaca, ma è contrario alla pubblicazione delle intercettazioni sui giornali. Da giornalista, pensa che queste due asserzioni possano far nascere controversie?

R: Guardi ho sentito dire “corbellerie” su questo argomento anche a direttori di giornali che pubblicano tutti i giorni le intercettazioni. Non mi meraviglia più niente rispetto a una sorta di bavaglio che si vuole mettere alla vera stampa libera.

D: Uno degli obiettivi della nuova linea d’azione è l’innovazione tecnologica del settore. Da questo punto di vista, com’è la situazione di Metropolis?

R: Ci stiamo attrezzando già da qualche anno alle novità del settore. Ma ci dovrebbero spiegare cosa significa per loro e cosa vorrebbero dire con innovazione tecnologica dei giornali.

D: Se Metropolis chiuderà si rischia il silenzio in una zona, questo sarebbe un gran vantaggio per alcuni e per la criminalità?

R: Al momento non c’è questo pericolo. Lotteremo fino alla fine pur di portare la nostra voce in edicola. Ma a trarne vantaggio dal nostro silenzio non sarebbe solo la criminalità organizzata.

D: Quali tutele e garanzie riceve Metroplis da parte dell’Ordine e della Federazione per la delicata attività di cronaca che svolge? La recente intimidazione ha “testato” la situazione? Siete “soli e abbandonati” oppure potete contare sulle Istituzioni?

R: Fino ad oggi abbiamo potuto contare solo sulla solidarietà vera dell’Ordine e della Federazione e di qualche amico delle istituzioni.

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