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RIFORMA RAI: LA SOLUZIONE PER SUPERARE IL DUOPOLIO TELEVISIVO

Una soluzione per modificare la situazione di duopolio Rai-Mediaset, in Italia, potrebbe venire dalla riforma della Rai: la sua divisione in due società distinte, una per il servizio pubblico e l’altra per la televisione commerciale; la prima da finanziare con il canone, la seconda da finanziare, esclusivamente, con la raccolta pubblicitaria. Oggi vi è, in Rai, un totale e indistinguibile commistione nell’uso delle risorse. I perversi risultati che ne conseguono sono:
– l’attività di servizio pubblico viene inevitabilmente condizionata, anche sotto il profilo qualitativo, dalla ricerca della raccolta pubblicitaria, sino al punto di non essere più riconoscibile come servizio pubblico, tant’è che le trasmissioni della Rai sono indistinguibili da quelle delle tv commerciali;
– il servizio pubblico non ha alcuna possibilità di essere valutato per ciò che effettivamente costa e realizza, cosa che dovrebbe, invece, essere il primo passo per ogni progetto di miglioramento del servizio stesso;
– la Rai, poiché riceve risorse pubbliche, è sottoposta a stringenti limitazioni che le impediscono di competere ad armi pari nel mercato delle tv commerciali.
Ad oggi, il Partito Democratico non appare essere portatore di una proposta in grado di incidere davvero sul sistema dell’informazione televisiva perché non affronta minimamente il punto sopra illustrato della divisione societaria. Si affanna a chiedere un cambiamento della Gasparri che permetta l’indipendenza del Cda dai partiti. In particolare è stato proposto l’introduzione di una Fondazione e di un Amministratore unico.
Pochi giorni fa, Paolo Gentiloni proponeva di conferire la proprietà, le strategie, e la scelta dei vertici del servizio pubblico radiotelevisivo ad una fondazione ma Paolo Romani replicava che “in vista dell’egemonia della sinistra sulle istituzioni culturali, la soluzione non assicura affatto un equilibrio di servizio pubblico”.
Ma se non si pone mano, primariamente, alla separazione societaria della Rai, si continuerà a perpetuare la situazione di commistione di risorse pubbliche e pubblicitarie che produce un cattivo servizio pubblico e la Rai resterà non competitiva e destinata ad un sicuro declino. Il tutto detrimento del pluralismo dell’informazione nel Paese e quindi, non possiamo tacerlo, della qualità della democrazia in Italia.
Fabiana Cammarano

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