RCS, RISCHIANO IN 500. LE PRIME INDISCREZIONI SUL PIANO

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Non ha in testa un piano triennale di sviluppo, ma una vera e propria rifondazione Pietro Scott Jovane, amministratore delegato di Rcs media group da luglio 2012. Picchierà duro sugli azionisti, con un possibile aumento di capitale da 200 milioni di euro (secondo i calcoli degli analisti).
Ma soprattutto colpirà i 5.200 dipendenti con un taglio che, secondo quanto risulta a Lettera43.it, sarà di circa 500 lavoratori in tre anni.
È impossibile ricevere conferme dall’azienda, ma l’indiscrezione circolata alla vigilia dell’assemblea del 16 ottobre sta creando scompiglio negli ambienti sindacali. Anche perché a rischiare il posto saranno 400 impiegati editoriali e 100 giornalisti, divisi tra i quotidiani Corriere della Sera e Gazzetta dello Sport, i 32 periodici, di cui 19 mensili (tra i quali Amica, Style magazine, Dove), otto settimanali (comeOggi, A, Il Mondo), due semestrali e tre bimestrali.
Oltre 124 milioni di mancati ricavi. Del resto il ridimensionamento e il recupero di redditività è il mandato affidato a Jovane fin dalla prima ora. Soprattutto dopo che Rcs media group ha chiuso il primo semestre 2012 con 799 milioni di euro di ricavi, in calo di ben 124,7 milioni di euro rispetto allo stesso periodo del 2011 con una flessione netta sia sulla pubblicità (meno 48 milioni di euro rispetto al 2011), sia sulle diffusioni (meno 39 milioni rispetto al 2011).
I quotidiani in Spagna hanno subìto la maggior perdita in pubblicità con un calo di 20 milioni di ricavi, tant’è vero che circolano voci sulla possibilità di una fusione tra El Mundo rizzoliano e il concorrente El Paìs, dove sono stati annunciati 128 licenziamenti su 464 giornalisti, mentre chi rimane dovrà accettare un taglio del 15% dello stipendio. Ma anche l’Italia soffre, con un decremento di 15,7 milioni nei quotidiani e una discesa di oltre 10 milioni di euro nei periodici.
Lo spettro della cassa al corriere. Dopo la ristrutturazione dello scorso biennio, tutta su base volontaria e senza mettere in cassa integrazione neppure un giornalista, il Corriere della Sera questa volta potrebbe fare ricorso a questa misura straordinaria.
Insomma, la ventilata vendita dell’immobile di via Solferino a Milano, sede storica del giornale, da sola non basta. Anche se, proprio negli ultimi due anni, sotto la direzione di Ferruccio De Bortoli il giornale ha creato occupazione con nuove aperture come l’inserto La Lettura, le redazioni per i dorsi locali di Bergamo e Brescia, e gli investimenti sul digitale con la versione nativa per iPad, il presidio del Corriere.it 24 ore su 24.
Periodici, i maschili faticano. Sul fronte dei periodici, la raccolta pubblicitaria è scesa del 23,4% nel primo semestre. Ma non tutte le 32 testate della Rcs periodici, tuttavia, si sono comportate nello stesso modo e di conseguenza hanno le stesse prospettive.
I problemi maggiori sono stati sul fronte maschili-lifestyle (Max, Il Mondo in testa) e, soprattutto, nel comparto dell’arredamento (Abitare, Bravacasa, Casamica). I ricavi sono calati del 20% e la marginalità è negativa.
Reggono i femminili. Il sistema dei femminili (Amica e A) e dei familiari (Oggi), invece, tiene e ha conservato una marginalità positiva, nonostante il meno 10% di ricavi pubblicitari e diffusionali e l’andamento non brillante delle inserzioni su Io Donna (meno 10%). E c’è attesa di ricavi nel digitale femminile con Leiweb e il nuovo sito di Io Donna.
E proprio sui periodici sono puntati gli occhi degli analisti. La scommessa è che Pietro Scott Jovane, dopo la cessione di Flammarion in Francia, decida di fare cassa dismettendo proprio questa divisione e concentrandosi solo su quotidiani, libri e digitale.

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