Rcs, parte l’aumento. Sì di sinpar e eridano. Indecisi rotelli e della valle. Decisivo il mercato dei diritti di opzione?

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rcs1Rcs Mediagroup, parte oggi l’aumento di capitale di massimi 421 milioni di euro, di cui 400 in azioni ordinarie e 21 in nuove azioni di risparmio. Hanno aderito all’operazione anche Sinpar di Lucchini (2%) e Eridano Finanziaria di Bertazzoni (1,2%). Entrambi i soci, interni al patto che vincola il 58% delle quote, investiranno nuovi capitali solo nelle azioni ordinarie. Si attende Rotelli e Della Valle. Il patron della Tod’s potrebbe agire in un secondo momento, con il mercato dei diritti di opzione. Ma procediamo con ordine e facciamo chiarezza. Ad oggi la ricapitalizzazione è quasi del tutto coperta. Dei 400 milioni di nuove azioni ordinarie si è arrivati già a 389 milioni. Di cui 204,6 arrivano dai soli soci interni al patto. E 184 da consorzio di garanzia, formato anche dalle banche creditrici e socie della stessa Rcs. L’accordo parasociale, anche dopo l’aumento, considerate le adesioni di Sinpar e Eridano Finanziaria, dovrebbe comunque mantenere il controllo del 51-55% delle quote. Ma diamo ora qualche dettaglio tecnico sull’aumento di capitale. Saranno emesse 323.807.079 azioni ordinarie. Le quali saranno offerte in opzione agli azionisti al prezzo unitario di 1,235 euro (1 euro a capitale e 0,235 euro a sovrapprezzo). Il rapporto con le azioni già detenute dai soci sarà di rapporto di 3 azioni ordinarie per ogni azione ordinaria già posseduta (le quali, ricordiamo, qualche settimana fa, sono state accorpate con un rapporto di 3 ogni 20) per un controvalore massimo di circa 400 milioni. Il prezzo di emissione delle azioni ordinarie è stato determinato applicando uno sconto pari a circa il 30% sul prezzo teorico (terp) delle azioni ordinarie. Tale valore è stato calcolato sulla base della media aritmetica dei prezzi ufficiali di borsa registrati nei giorni 11, 12 e 13 giugno 2013, pari a 3,298 euro. Poi ci sono le nuove azioni di risparmio. Le quali saranno emesse in 77.878.422 e offerte in opzione agli azionisti di risparmio al prezzo di 0,268 euro (integralmente imputati a capitale sociale). Anche in questo caso il rapporto di opzione è di 3 nuove azioni di risparmio per ogni azione di risparmio già posseduta, per un controvalore massimo di 21 milioni di euro (in un primo momento si era pensato a 100 milioni di nuovi titoli di risparmio). Il prezzo di emissione delle nuove azioni di risparmio è stato definito a 0,716 euro. Anche in questo caso lo sconto sul terp sarà del 30%. Ritorniamo ai mutevoli equilibri dell’azionariato della società che edita il Corriere della sera e la Gazzetta dello Sport. Considerati i “no” sicuri di Merloni (2%), Assicurazioni Generali (3,7%), uniche società pattiste che non hanno aderito all’aumento, e di Benetton (5%) mancano all’appello due azionisti. Entrambi esterni al vincolo parasociale. Si tratta di Diego Della Valle (8,7%) e Giuseppe Rotelli (16,6%). Quest’ultimo vorrebbe mantenere la sua posizione di primo azionista. Ma per farlo deve investire circa 67 milioni. Questa sarebbe la cifra necessaria per riscattare tutte le sue quote. E ad aiutare l’imprenditore della sanità milanese potrebbe arrivare Intesa Sanpaolo, già partner di Rotelli in altre operazioni. La posizione di Della Valle, invece, sembra più difficile da decifrare. Stando alle sue esternazioni (vedi dichiarazione del suo avvocato Sergio Erede nell’assemblea dei soci del 30 maggio) e alle sue decisioni (è stato l’unico socio a votare “no” alla ricapitalizzazione perché in netto disaccordo con il piano finanziario e industriale dell’ad di Rcs Pietro Scott Jovane), non dovrebbero esserci margini di ripensamento. Ma pare che Della Valle non voglia “buttare via” il suo investimento in Rcs. Infatti non ricapitalizzando, la sua partecipazione crollerebbe in maniera significativa. Ecco che Della Valle potrebbe partecipare in un secondo momento. Potrebbe agire sul mercato dei diritti di opzione (negoziabili da oggi fino al 28 giugno ed esercitabili fino al 5 luglio) e attendere l’eventuale inoptato a prezzi minori. Ma è bene precisare che questa è solo una ipotesi. Ciò che è certo, secondo gli analisti, che per Rcs le prossime settimane saranno “roventi e caotiche” dal punto di vista borsistico. Ma non solo. Oggi riprenderanno le trattative con i sindacati dei periodici in vendita. E domani ci sarà un cda per fare il punto sugli asset non core. Ovvero su tutte le divisioni della società, di cui, non essendo considerate strategiche, si medita la chiusura o la vendita.

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