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RAI: MASI, EVASIONE CANONE GIA’ OLTRE 30%

Al nuovo vertice Rai sono subito apparsi ancor piu’ preoccupanti di quelli ereditati i dati sull’evasione del canone di abbonamento: dal 28 per cento indicato nel precedente bilancio aziendale si e’ passati a oltre il 30 per cento, il che si traduce in un ulteriore appesantimento dei conti aziendali. Lo ha detto il direttore generale Mauro Masi nel corso della parte iniziale di un’audizione in commissione di Vigilanza, insieme con il presidente Paolo Garimberti, e che a causa del calendario d’aula della Camera e’ stata aggiornata dopo un’oretta al 12 maggio. Garimberti ha parlato di un’evasione di circa 450 milioni di euro. Masi ha sottolineato l’esigenza di misure che puntino a contrastare efficacemente l’evasione del canone di abbonamento e ha anche parlato di riattivazione di una convenzione con la Siae per quanto riguarda il recupero dei cosiddetti canoni speciali (ad esempio le scuole). In proposito pero’ il senatore Vincenzo Vita (Pd) si e’ chiesto “perche’ mai debba toccare alla Siae procedere. Non dev’essere invece qualcun altro a occuparsi dell’evasione? E poi, bisogna proprio andare nelle scuole per recuperare il canone?”.
Questione raccolta pubblicitaria:
Da un minimo di 55 a un massimo di 150 milioni. E’ questo il ‘range’ della perdita per le casse Rai in fatto di raccolta pubblicitaria nel 2009, stante l’attuale congiuntura economica mondiale. Un preoccupante segnale e’ arrivato con i dati relativi al primo trimestre: meno 27 milioni di euro la raccolta rispetto al trimestre precedente e se la tendenza dovesse persistere e’ evidente che dai 55 milioni che erano stati ipotizzati alla vigilia del bilancio di previsione si arriverebbe fino appunto a un massimo di 150 milioni. Dati che sono stati forniti dal direttore generale della Rai, Mauro Masi, nella prima parte dell’audizione – con il presidente Paolo Garimberti – in commissione di Vigilanza, audizione che proseguira’ il 12 maggio. Masi ha parlato di una raccolta che potrebbe oscillare tra i 1.048 e i 1.143 milioni, dipende da come va la crisi. Di sicuro la prima parte del 2009 sta denotando un appesantimento dei conti aziendali, con 20 milioni di euro in meno rispetto a quanto – alla luce di tutte le voci che compongono entrate e uscite – era indicato nel bilancio di previsione 2009. Di questo passo – ha aggiunto Masi – “il risultato d’esercizio del gruppo si attesterebbe verso una perdita di 120 milioni”, un dato che il direttore generale aveva gia’ preannunciato una settimana fa in Cda a viale Mazzini. “E’ urgente, non rinviabile, l’adozione di misure per contrastare con efficacia il peggioramento dei conti aziendali”, ha sostenuto Masi, parlando di determinazione nell’intervenire sulla materia, a livello di Gruppo e di tutte le societa’ dello stesso.

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