“I giornali hanno il dovere di informare perché i cittadini hanno il diritto di conoscere e di sapere. La nuova legge sulle intercettazioni telefoniche è incostituzionale, limita fortemente le indagini, vanifica il lavoro di polizia e magistrati, riduce la libertà di stampa e la possibilità di informare i cittadini. Per questo va fermata”. E’ questo l’appello promosso dal sito del quotidiano ‘La Repubblica’ contro il ddl sulle intercettazioni approvato, ieri, dalla Camera. Tra i firmatari anche il presidente della Regione Toscana, Claudio Martini, secondo il quale si tratta di una “legge sbagliata, perché rende più insicura la società italiana nel suo complesso: con essa sarà, infatti, estremamente più difficile perseguire quei reati che colpiscono quotidianamente gli italiani. Altro effetto negativo derivante dall’approvazione del decreto è la forte limitazione della libertà di stampa”. “Con questa nuova legge – ha sottolineato il presidente – non avremmo avuto l’inchiesta che ha rivelato gli orrori della clinica Santa Rita di Milano e neppure i responsabili dello stupro della Caffarella, a Roma, senza le intercettazioni sarebbero potuti essere scoperti”. Per Martini “deve essere anche pienamente garantito ai giornalisti il diritto/dovere ad offrire un’informazione il più possibile completa sui fatti che trattano, affinché l’opinione pubblica sia pienamente informata e la democrazia non limitata”.
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