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OGGI VERTICE DA MONTI. RESTANO DIVISIONI SU GOVERNANCE RAI

Schiarita sul tema della riforma del mercato lavoro, dove si aprono concreti spiragli per un accordo nei prossimi giorni; contrasti invece su giustizia, governance Rai, legge anticorruzione e adesso anche sulla questione delle commissioni bancarie. A poche ore dal vertice convocato dal premier Mario Monti, fissato per questa sera, continuano le schermaglie a distanza tra i leader dei partiti che sostengono l’esecutivo e che alle 20 varcheranno la soglia di Palazzo Chigi. Un clima che alimenta dubbi su quale sarà l’esito finale del summit.
Nell’aria ancora il ricordo del ‘gran rifiuto’ della scorsa settimana, quando il segretario del Pdl, Angelino Alfano, aveva fatto saltare la riunione con il premier per l’indisponibilità a discutere su temi considerati non prioritari, come Rai e giustizia. Alla vigilia del vertice Alfano rilancia con un’affermazione che riassume la posizione del partito, cioè sostegno ”leale” al governo Monti ”con opere e omissioni. Sulle opere – spiega – intendiamo sostenere il governo nelle cose che facciamo. Per omissioni – avverte – intendo dire che evitiamo di partecipare a discussioni che possano mettere in difficoltà il governo Monti”. Come dire Rai e giustizia. Il segretario del Pd, Pier Luigi Bersani, lo rimbecca e ieri, dopo aver incontrato il segretario della Cisl, Raffaele Bonanni, chiede che al vertice di maggioranza si parli di lavoro e ironizza dicendo che se Alfano, che si è detto disponibile a parlare di mercato del lavoro mettesse ”’la tuta blu” sarebbe ”contentissimo”. ”’Sui temi del lavoro – dice – sono a mio agio e mi fa piacere la novità che pure il Pdl sia interessato”. Però Bersani si dice aperto a parlare anche di altri argomenti ”oltre al lavoro perchè, come ha detto Monti, si affronteranno altri temi ed e’ mia intenzione farlo”. Dunque anche giustizia e Rai.
Ed è proprio sulla riforma della governance della Rai che i tre leader si presenteranno con posizioni diverse dopo le fibrillazioni degli ultimi giorni e spetterà al presidente del Consiglio trovare una non facile intesa.

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