Alessandro Sallusti, condannato ieri a 14 mesi dalla Cassazione, in qualità di direttore del Giornale, è stato rinviato a giudizio per gli stessi motivi (accusa di omesso controllo in un procedimento per diffamazione) questa volta ai danni dell’ex sostituto procuratore militare di Padova, Maurizio Block.
Il gup di Milano, Maria Grazia Domanico, accogliendo la richiesta del pm milanese Angelo Renna, oltre a Sallusti ha rinviato a giudizio la giornalista Barbara Romano e il generale Antonio Pappalardo, entrambi accusati di diffamazione.
È previsto che il processo si apra il prossimo 5 dicembre davanti alla Quarta sezione penale di Milano.
Al centro del processo c’é un’intervista firmata dalla giornalista al generale Pappalardo e pubblicata su Libero il 3 luglio del 2007. Nell’intervista il generale avrebbe, secondo l’accusa, rilasciato delle dichiarazioni diffamatorie nei confronti dell’ex sostituto procuratore militare di Padova, Maurizio Block, oggi consigliere del Csm Militare.
Block si è costituito parte civile, rappresentato dall’avvocato Fabio Sebastiani, mentre Pappalardo è difeso dal legale Filippo Sabbia.
La difesa della giornalista e di Sallusti, rappresentata dall’avvocato Valentina Ramella, aveva puntato sull’assoluzione dei due imputati facendo riferimento a una sentenza della Cassazione, la quale, in sostanza, ha stabilito che se l’intervistato riveste un particolare ruolo istituzionale, come all’epoca il generale Pappalardo, le dichiarazioni riportate hanno interesse pubblico.
Grafica Veneta si espande negli Stati Uniti: c’è l’accordo per la maggioranza della storica casa…
Nell’imminenza delle prossime consultazioni elettorali, ricordiamo che a tutti i messaggi autogestiti a pagamento e gli spazi pubblicitari…
Lo scorso 26 aprile 2024 è stato pubblicato sul sito del Dipartimento per l’Informazione e…
Anche l’Europa potrebbe presto decidere di bandire TikTok se Bytedance non decidesse di vendere. Lo…
Lo scorso 26 aprile 2024 è stato pubblicato sul sito del Dipartimento per l’Informazione e…
È importante continuare a parlare di pluralismo. E lo è a maggior ragione in quest’epoca…