E’ guerra sulle regole per le reti Ngn a banda larghissima (Next generation network, fibra ottica a 100 Megabit). Tutti gli operatori fissi alternativi a Telecom Italia hanno mandato una lettera alla Commissione europea per chiedere un intervento affinché l’Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni cambi le regole Ngn proposte nella delibera 301/11. Quelle che stabiliranno come gli operatori potranno usare la nuova rete Telecom per offrire i servizi di banda larghissima ai clienti finali. Il rischio – secondo gli operatori – è di creare una rimonopolizzazione del mercato. Telecom in forza delle nuove regole Ngn potrebbe estendere la propria quota sul mercato della banda larga fissa, già piuttosto elevata rispetto alla media europea. Questo perché, a detta degli operatori alternativi, le regole non permetterebbero loro di competere così come hanno fatto finora sull’Adsl e la rete di rame.
La prima cosa che lamentano è che l’Agcom non vuole imporre a Telecom di offrire l’umbundling fisico ai concorrenti (la modalità che consente loro di affittare, da Telecom, il doppio telefono dell’utente per offrirgli servizi telefonici e/o Adsl). Nelle nuove regole l’Agcom chiede invece a Telecom di fornire una inedita modalità di utilizzo della sua rete: l’umbundling end to end con cui gli alternativi ordinano a Telecom collegamenti in fibra spenta per raggiungere il cliente. Una modalità troppo poco fattibile non sostenibile economicamente perché significa “forzare i concorrenti a duplicare il Network di Telecom Italia”.
Stefano Mannoni, consigliere Agcom, da parte sua, ha spiegato che si è dovuto rinunciare all’umbundling tradizionale perché Telecom Italia ha scelto un’architettura Ngn che ad oggi non lo consente. E l’Agcom non ha il potere di imporre a Telecom una precisa architettura. (Il Sole 24 Ore)
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