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Nessun accordo tra Agcom e UE sull’unbundling. L’Italia rischia un’altra procedura di infrazione

Che l’Europa fosse contraria alla riduzione delle tariffe per l’unbundling era già chiaro. Ma le parole di Neelie Kroes alla conferenza di Morgan Stanley lasciano intravedere pericolose conseguenze per l’Italia, nel caso in cui l’Agcom decidesse di continuare ad ignorare le indicazioni comunitarie. Il Commissario per la Digital Agenda ha ribadito che si andrà avanti sulla linea tracciata da Bruxelles. Nessun compromesso è stato raggiunto nei vertici trilaterali tra Autorità, UE e Berec. La raccomandazione formale arriverà il 12 dicembre, ma probabilmente non sortirà alcun effetto. C’è troppa distanza tra le parti in campo. L’Agcom ritiene di dover correggere al massimo aspetti procedurali del provvedimento. L’UE è convinta che la delibera sia da bocciare nel merito, poiché non garantirebbe condizioni stabili di mercato agli operatori. Una tesi sostenuta da Telecom Italia, per cui la fissazione del canone Ull a 8,68 euro al mese disincentiverebbe gli investimenti sulla fibra ottica. All’UE, poi, non è andato giù che l’Agcom abbia ignorato una recente raccomandazione sulla metodologia di determinazione dei costi uniformi. In questo quadro sembra contare poco il parere del Berec. L’organismo di controllo degli enti regolatori non ha ravvisato arbitrarietà nelle azioni dell’Agcom.

Recepita la raccomandazione, l’Autorità avrà un mese per decidere se modificare la propria delibera per adeguarsi ai dettami dell’Europa. Se questo non dovesse accadere, scatterebbe con ogni probabilità la tagliola della procedura per infrazione. Provvedimenti ben noti all’Italia, che secondo recenti classificazioni è il più “indisciplinato” tra gli Stati membri, con 99 procedure aperte a fine 2012. Nel caso in esame, la Commissione Europea sarebbe autorizzata a presentare un ricorso per inottemperanza di norme comunitarie alla Corte di Giustizia. All’organo giurisdizionale europeo, poi, spetterebbe la decisione definitiva sull’eventuale predisposizione dei rimedi per sanare l’inadempimento. Se l’Agcom, infine, si rifiutasse nuovamente di recepire le norme europee, sarebbe costretta al pagamento di un’ingente sanzione pecuniaria. Che potrebbe gravare sulla tasche dei contribuenti.

 

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