Sì agli Stati generali dell’editoria ma prima occorre rimuovere le misure che penalizzano il settore, a partire dallo stop alle agevolazioni postali, «altrimenti si rischia di iniziarli con un minuto di raccoglimento per le testate che saranno costrette a chiudere». Ad affermarlo è il presidente della Fnsi, Roberto Natale, dal palco del convegno sulla riforma dell’editoria promosso dai piccoli editori della File. Secondo il presidente della Federazione della stampa sono molteplici i temi che dovranno essere posti all’attenzione degli Stati generali: dallo statuto dell’impresa editoriale, alla distribuzione, alla definizione di prodotto editoriale, alla riforma dell’accesso alla professione giornalistica poichè quello attuale «non regge». Al ripensamento delle logiche di sostegno al settore «dove dovrà entrare anche l’online» e dove occorre applicare «la logica delle start up» anche alle testate a inizio attività, che invece attualmente possono ricevere aiuti solo dopo cinque anni di vita. Natale ribadisce che serve ragionare sulla modifica di un assetto della comunicazione che in Italia ruota intorno al «predominio della tv» che drena la gran parte delle risorse della pubblicità. «La legge Gasparri da gennaio -ricorda- consentirà alle tv generaliste di entrare nella proprietà dei quotidiani. È di questo -conclude- che ha bisogno il sistema italiano?».
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