L’Unità esce in edicola sotto la direzione di…Maurizio Belpietro. Infuria la polemica. Il direttore e fondatore de La Verità ha spiegato di aver generosamente voluto adempiere a una richiesta per evitare la decadenza di una testata storica del panorama culturale e dell’informazione italiana.
Ma la polemica è scoppiata, furiosa. Il commento del comitato di redazione è rabbioso: “Maurizio Belpietro direttore de l’Unità. L’ultimo affronto alla storia del quotidiano fondato da Antonio Gramsci è arrivato questo pomeriggio all’improvviso e senza alcuna comunicazione al Comitato di redazione da parte dell’amministratore delegato Guido Stefanelli quando in redazione era in chiusura il numero speciale realizzato per evitare la decadenza della testata. Si tratta di un gesto gravissimo, un insulto alla tradizione politica di questo giornale e della sinistra italiana prima ancora che una violazione delle norme contrattuali”.
E ancora: “L’Unità, giornale fondato da Antonio Gramsci e sopravvissuto al fascismo, in mano ad un direttore da sempre apertamente schierato con la parte più conservatrice della politica italiana e più volte alla guida di giornali di proprietà di Silvio Berlusconi che a l’Unità e ai partiti della sinistra non hanno mai risparmiato insulti e campagne d’odio. Il giornale in edicola con la firma di Maurizio Belpietro ma non con quella di Umberto de Giovannangeli che, componente del comitato di redazione chiamato a lavorare a questo numero speciale, avendo saputo del cambio di direzione soltanto pochi minuti prima che il giornale andasse in stampa ha deciso di ritirarla in segno di protesta”.
Al fianco dei giornalisti de L’Unità arriva puntuale la dichiarazione del segretario Fnsi, Raffaele Lorusso che accusa: “La decisione del gruppo Piesse di nominare Maurizio Belpietro direttore editoriale dell’Unità sconcerta e preoccupa. Non per ragioni di carattere professionale, ma perché si tratta di una scelta che va contro la storia del quotidiano fondato da Antonio Gramsci. Ogni giornale ha un’identità precisa e definita che non può essere né snaturata né vilipesa. Soprattutto non possono essere offesi i giornalisti, i lettori e la memoria di quanti all’Unità hanno legato vita e militanza politica, impegno intellettuale e professionale. Maurizio Belpietro, che porta legittimamente avanti la sua visione del mondo e le sue idee, è quanto di più distante possa esserci dalla linea e dalla cultura politica di cui l’Unità è storicamente interprete”.
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