E ora il quotidiano di Rifondazione comunista, Liberazione, l’ultimo asset del partito, è in vendita. La cosa, annunciata in direzione ieri dal segretario Paolo Ferrero con molte cautele e distinguo, porta il Prc sull’orlo della scissione. Al centro della tempesta appunto, l’interesse di un editore per Liberazione e la richiesta del segretario di avere mandato a trattare. Una carta a sorpresa che Ferrero ha messo sul tavolo di una direzione già segnata dalla guerra tra fazioni. Tutti contro tutti, quando il segretario esprime il suo “no” al piano industriale di salvataggio del quotidiano che ha un rosso profondo di bilancio, è insomma a rischio fallimento.
I “vendoliani”, la minoranza che ha sostenuto al congresso Nichi Vendola, già erano pronti ad andarsene dalla diresione per difendere il direttore del quotidiano Piero Sansonetti, di cui Ferrero vuole la testa. E l’hanno fatto dopo il colpo di teatro del segretario. “Un editore ha manifestato interessamento… state tranquilli non è Berlusconi”, cerca di alleggerire il clima Ferrero. Ma non vuole dire di più.
Il segretario ci tiene a precisare che non bluffa, che comportamento più lineare non poteva adottare, che è prematuro parlare di vendita ma vuole andare a vedere se la strada di un eventuale acquirente è perseguibile. Con le garanzie del caso, che cioè Liberazione resti il quotidiano del Prc. Il nome dell’editore? Ferrero non risponde e il tesoriere Sergio Boccadutri, bertinottiano, neppure. Ma l’ipotesi più accreditata sembra quella di Luca Bonaccorsi, editore di Left, che per la verità è stato vicino al lider maximo Fausto Bertinotti, come lui seguace dello psichiatra Massimo Fagioli. Cresce il sospetto che i bertinottiani di stretta osservanza stiano per mollare l’area-Vendola rompendo il sodalizio con l’ex segretario Franco Giordano, con Gennaro Migliore, con Patrizia Sentinelli.
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