“Il rispetto del diritto d’autore e’ un problema rimasto ancora irrisolto per quanto riguarda la rete; la protezione di questo diritto va regolamentata”. E’ quanto chiede l’ex ministro delle Comunicazioni con delega sulle comunicazioni Paolo Romani, intervistato dall’Adnkronos, alla luce dell’esigenza manifestata dalla Fieg rispetto ai diritti ancora non pienamente riconosciuti da Google in tema di utilizzo dei contenuti informativi sulla rete.
“Va stabilito almeno un minimo di equita’ fra il dare e l’avere dei motori di ricerca, Google in testa”, afferma Romani. “C’e’ il tentativo da parte della Ue di avere una regolamentazione unitaria, ma anche quello da parte di alcuni Paesi di risolvere in maniera autonoma la questione, prima fra tutti la Francia. In Italia, il problema esiste esattamente nei termini in cui gli editori lo pongono. Oggi – ricorda – tramite la rete, il 30% dei giornali viene letto online e fra cento anni si puo’ immaginare che tutti saranno letti in rete. E allora, non si puo’ immaginare che Google, che trova motivi di business e di profitto sulla quantita’ di contenuti che riesce a proporre fra Google e YouTube, non paghi il giusto a coloro che forniscono i contenuti informativi, sui quali ricava diversi introiti pubblicitari”.
In piu’, osserva ancora Romani, “e’ Google che decide l’ordine in cui vengono presentati i temi e anche su questo ordine viene pagata e commercializzata”. Dunque, “ha ragione la Fieg nel chiedere che la questione sia finalmente affrontata. Ritengo che lo si debba fare in sede comunitaria, anche per quanto riguarda un aspetto specifico, quello del Paese dove Google paga le tasse, che non e’ l’Italia. Spero che Google voglia rendere se stessa compatibile con il sistema”, conclude l’ex ministro.
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