“Caro Gian Antonio Stella, grazie. Grazie perché hai voluto ricordare sul primo quotidiano italiano noi, piccoli giornali confezionati per i nostri emigranti. Grazie, perché coraggiosamente hai voluto difendere, con la forza della tua penna, una categoria piccola e bistrattata”. Inizia così un articolo con cui Margareth Porpiglia, vicedirettore di Gente d’Italia, quotidiano delle americhe, replica al giornalista del Corriere della Sera, Gian Antonio Stella. “Sì, perche i quotidiani destinati ai connazionali residenti all’estero sono una minuscola categoria se paragonata ai grandi gruppi editoriali italiani e ai giornali di partito. Siamo solo cinque, America Oggi negli Usa, La Voce d’Italia in Venezuela, il Corriere Canadese in Canada, il Globo di Melbourne e la Fiamma di Sidney (stesso editore, un contributo) in Australia e Gente d’Italia in Uruguay e Sudamerica. Questo Governo ha voluto inspiegabilmente tagliare i fondi proprio a noi, ai più deboli. Invocando come tu stesso hai citato, una presunta nuova ‘grande operazione di moralizzazione’. Richiamandosi alla necessità di risparmiare, sono stati decurtati i contributi ai quotidiani italiani all’estero del cinquanta per cento, con un guadagno per le casse dello stato di cinque milioni di euro. Con l’aggravante dell’effetto retroattivo. Il taglio cioè interesserà anche i bilanci relativi al 2009, norma evidentemente anticostituzionale”.
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