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LEGGE HADOPI. IL PUNTO SULLE MISURE DI ATTUAZIONE

Dopo la lunga vicenda parlamentare francese conclusasi il 13 maggio con l’adozione della contestata legge Hadopi contro la pirateria digitale, la Fédération française des Télécoms non tarda a ribadire la propria posizione sulla questione delle misure che deriveranno dalla piena implementazione del regime « Hadopi », della « riposte graduée », meglio conosciuta come la regola dei “tre colpi”.
La Fft ha ricordato il proprio impegno per la lotta al download illegale, e ha fatto sapere di appoggiare il nuovo sistema che promuoverà il mercato digitale attraverso lo sviluppo e la diffusione in rete di contenuti creativi legali.
Nella sua dichiarazione d’intenti su cui si fonderà la piena attuazione del regime previsto dalla loi “Création et Internet” la Fft ha dichiarato che mirerà alla realizzazione di un’offerta legale a pagamento “ricca e interessante” per gli internauti, che rappresenterà il vero volano del nuovo regime, il più efficace strumento di dissuasione dal download illegale.
L’associazione ha sottolineato l’aspetto “pedagogico” degli strumenti di “avvertimento” del meccanismo sanzionatorio (e-mail, raccomandata postale) e ricordato che i costi di attuazione del dispositivo (identificazione, avvio delle segnalazioni, misure di sospensione dell’abbonamento) ricadranno sullo Stato, nel nome del principio costituzionale di “uguaglianza” davanti alla spesa pubblica, principio consacrato da una decisione del Consiglio Costituzionale del 28 dicembre 2000.
“Il Governo deve ora precisare con decreti i meccanismi su cui si baserà la realizzazione delle diverse tappe della ‘riposte graduée’”: l’associazione precisa anche che i fondi stanziati dal CGTI, Conseil Général des Technologies de l’Information, che aveva fissato un tetto di spesa di circa 70 milioni di euro, non sono sufficienti.
Si stima che saranno necessari almeno 100 milioni di euro, che non comprendono però i costi che corrispondono alle richieste di identificazione degli internauti e la “informatizzazione” dei meccanismi di ricerca dei “pirati”, di invio di mail di avvertimento, di creazione e gestione delle liste di internauti sospesi.
Un duro colpo per il Governo francese, che non solo ha strenuamente sostenuto una legge il cui contenuto risulta in contrasto con la recente raccomandazione del Parlamento Europeo sulle “libertà fondamentali su internet” – che esclude la disconnessione forzata per gli utenti colti in flagrante -, ma dovrà anche “digerire” una tempistica piuttosto lunga come previsto da Fft per l’attuazione del nuovo regime : almeno un anno a partire dalla conoscenza della somma che lo Stato sarà disposto ad investire per la causa.
(Serena Fusco)

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