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LEGGE BIPARTISAN PER L’EDITORIA

Editori e giornalisti chiedono una legge bipartisan per l’editoria. Hanno appena ripreso la trattativa sul rinnovo del contratto nazionale, scadúto da più di tre anni, e uniscono le forze per arrivare a una disciplina condivisa nel prossimo Parlamento. Dopo l’incontro organizzato martedì dalla Federazione della stampa con tutti i movimenti politici, la questione è stata rilanciata ieri dall’associazione Articolo 21.
È necessario che «l’editoria, un settore governato da regole di decenni che ha subito negli ultimi tempi molti Cambiamenti, abbia finalmente una disciplina organica, condivisa da tutte le forze politico-parlamentari», dice Boris Biancheri, presidente della Federazione italiana degli editori di giornali. Per Biancheri si deve partire dai disegni di legge Bonaiuti e Levi «integrandoli là dove, necessario, per mettere a punto un nuovo disegno di legge che incontri un consenso generale». «L’editoria, in particolare la carta stampata – sostiene Biancheri – va sostenuta non soltanto perché è un elemento fondamentale della cultura civile di un Paese, ma anche perché adempie a una funzione di chiarezza e di trasparenza indispensabile». «Sono da sempre favorevole a una soluzione condivisa dei problemi dell’editoria», spiega Paolo Bonaiuti, del Popolo della libertà, ricordando che il testo da lui predisposto «è stato largamente votato anche dalla parte avversa senza riuscire purtroppo a tagliare il traguardo finale». Per questo – aggiunge – bisognerà «continuare anche nella prossima legislatura a lavorare con spirito condiviso, necessario in una materia delicatissima che riguarda la diffusione delle idee e della cultura».
«Dopo 60 anni segnati dall’accumularsi spesso disordinato di norme, l’editoria italiana è chiamata a confrontarsi con le implicazioni e a sfruttare le opportunità di un’innovazione tecnologica senza precedenti», dice Ricardo Franco Levi, sottosegretario alla Presidenza del Consiglio. «Mercati liberi, aperti, regolati da autorità indipendenti. Sostegno pubblico trasparente, rigoroso, conforme alle regole e ai principi europei»: queste per Levi le linee guida della riforma approntata nell’ultima legislatura.
Prese di posizione, queste, che sono «una breccia nel muro del silenzio» per Franco Siddi e Roberto Natale, segretario generale e presidente della Federazione nazionale della stampa italiana.
Per il sindacato dei giornalisti «l’industria dell’editoria e il lavoro professionale che deve garantire qualità e democrazia dell’informazione hanno necessità di pulizia e regole che cancellino dal panorama dei beneficiari di contributi pubblici pirati e imbroglioni di varia specie; di meccanismi qualificanti che considerino primario il rispetto da parte delle aziende della dignità del lavoro e dei contratti; di un welfare per il settore uguale agli altri ambiti produttivi e non scaricato impropriamente sui versamenti previdenziali dei lavoratori; di semplificazioni normative; di assi di intervento nitidi per un vero mercato che assicuri pluralismo». (Sole 24 ore)

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