LE NORME SULL’ULTIMO MIGLIO CHE STANNO METTENDO L’UE CONTRO L’ITALIA

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Nel dl semplificazioni e sviluppo si attribuisce all’Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni il potere di disaggregare il costo per l’affitto all’ingrosso della rete fissa dal costo del servizio di attivazione della linea stessa e dai servizi accessori. Entro 120 giorni l’Agcom dovrà individuare le misure idonee ad assicurare l’offerta disaggregata, senza però l’obbligo di portare a termine le indagini di mercato. È stata anche confermata la possibilità per gli operatori di acquisire i servizi accessori anche da imprese terze, ma sarà necessario anche “il mantenimento della sicurezza della rete”. Sulle nuove norme però la Ue ha ancora delle riserve e sta aspettando le risposte del Governo italiano ad alcuni interrogativi sul rispetto dell’autonomia dell’Autorità per le tlc. Lo ha fatto sapere il commissario Neelie Kroes.
Intanto, Etno, l’associazione degli operatori di telecomunicazioni ex monopolisti, considerano le misure sull’unbundling previste dalla legge italiana una violazione delle direttive europee. Il presidente Luigi Gambardella lo ha ribadito in una lettera inviata proprio alla Kroes, in cui si dice «preoccupato per gli effetti negativi e per l’alto livello di incertezza che deriva da un improvviso intervento del legislatore in un settore regolamentato». La norma, secondo una nota di Etno, è in contraddizione con la normativa comunitaria poiché, indicando all’Agcom quale misure deve adottare in materia di accesso ai servizi di unbundling, oltre a non rispettare l’Autonomia dell’Autorità, sfugge anche al controllo comunitario sulle misure dei regolatori nazionali che la normativa assegna precisamente alla Commissione europea e al Berec, il nuovo organo europeo che riunisce tutte le Autorità degli stati membri dell’Ue.

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