LA STAMPA ITALIANA SOTTO ESAME: UNO STUDIO DI BLOGMETER ANALIZZA LA DIFFUSIONE DELLE GRANDI TESTATE IN RETE

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Blogmeter arriva a Perugia, in occasione del Festival del Giornalismo in corso in questi giorni.
BlogMeter è composto da una squadra di specialisti che operano nel settore della Internet intelligence, cioè monitorano la rete ed in particolare i social media.
Lo studio presentato a Perugia è stato curato da Vincenzo Cosenza, protagonista dell’apertura del primo Osservatorio Facebook italiano e della creazione della Mappa Mondiale dei Social Network.
Lo studio e rivolto ad indagare i rapporti tra media e social network, in particolare le testate giornalistiche che hanno reso fruibili i propri contenuti sulle piattaforme sociali come «Facebook»,«Twitter», «Pinterest» e tanti altri.
Il lavoro è stato piuttosto impegnativo ed ha interessato un numero di 56 quotidiani, 33 settimanali e 72 mensili per un periodo di 30 giorni, dal 20 Marzo al 18 Aprile 2012.
Il tutto ha portato all’analisi di circa 2 mln di interazioni (dato relativo al solo Facebook).
È emerso che tuttavia sono ancora poche le testate che sfruttano la rete come mezzo d’informazione, nonostante la loro massiccia presenza sui social network (il 63% delle testate è presente su Facebook).
Ciò che manca è un utilizzo attivo e costruttivo della piattaforma sociale, sebbene sia possibile evidenziare alcuni quotidiani promossi a pieni voti dalla ricerca.
La classifica si basa su diversi criteri che sono il numero di fan della pagina, il numero di «Like», apprezzamenti e commenti.
Nella classifica per totale engagement (impegno totale) spiccano «Il fatto Quotidiano», «Il Corriere della sera», «La Repubblica» e «Leggo».
In particolare Repubblica è leader della engagement per singolo post mentre Leggo lo è per numero di fan.
Fanalino di coda sono invece i settimanali e mensili, presenti rispettivamente con un 48% ed un 51%.
Un buon risultato si regista comunque per «L’Espresso» con una presenza attiva su Facebook e Pinterest, che si è arricchito di nuovi contributi grazie ai blog dei giornalisti Tommaso Cerno e Stefano Livadiotti.
Dallo studio emerge che la strada è ancora in salita ma alcuni importanti passi sono stati già compiuti verso le nuove future forme di fare giornalismo.
Arianna Esposito

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