PAR CONDICIO: IL PD DENUNCIA INFROMAZIONE SQUILIBRATA

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Par condicio violata: troppo spazio a Pdl, Lega e Grillo. Anche la radio è sotto accusa.
Lo sottolinea l’Osservatorio del Pd sul pluralismo dell’informazione.
Mancano pochi giorni alle elezioni amministrative. Tuttavia le linee editoriali dei media non sembrano rispettare la par condicio.
L’informazione è squilibrata e incompleta. Come accennato prima, i favoriti sarebbero il Pdl, la Lega e Grillo. Certo, i recenti scandali del Carroccio e le esuberanti esternazioni del comico genovese non possono essere escluse dalla cronaca. Lo stesso vale per le dichiarazioni di Berlusconi e Alfano. I due leader del Pdl hanno annunciato che a breve esporranno la più grande novità della politica degli ultimi anni. Non si sa a cosa si riferissero. È stata solo una trovata per pubblicizzare le loro dichiarazioni? Vedremo.
Comunque, al di là degli scandali, dei comizi e della “suspance” per i discorsi di Alfano e del Cavaliere, siamo in piena campagna elettorale ed è necessario un certo equilibrio.
Andiamo più nello specifico. L’Osservatorio del Pd sul pluralismo dell’informazione televisiva ha controllato i tg serali e, nei giorni festivi, anche quelli all’ora di pranzo. Stando ai loro dati, i notiziari danno tanto spazio a Bossi e a Maroni. Lo scandalo della Lega ha reso necessari non pochi approfondimenti e sottolineature. Tanti minuti anche per Grillo che, il 25 aprile, è arrivato al 20%. «Le notizie vanno date, quindi è ovvio che la Lega abbia avuto più presenza tv, ma bisogna equilibrare, invece Grillo fa più notizia perché usa toni violenti», ha affermato Roberto Zaccaria, coordinatore dell’Osservatorio ed ex presidente Rai.
Diamo ora qualche numero. Su L’Unità, che riporta i dati dell’Osservatorio, si legge che «il Tg1 dà il 25% di spazio a Casini, segue Alfano al 22, Bersani al 16,5%, Berlusconi al 9%, ma occupa il 14% di «tempo notizia» (quando si parla del soggetto in questione)».
Poi «al Tg2 il primato settimanale di parola lo ha Casini, 21%, seguono Alfano al 19,5, Bersani al 15%, Berlusconi al 6%, sale Grillo al 10%. Nichi Vendola è al 4%, Di Pietro al 7,5 (al Tg1 il primo è a 1,5%, il leader Idv al 9). Il Tg3 dal 17 al 23 aprile dedica il 21% del tempo parola a Maroni e il 20% (più16%a Bossi) a Berlusconi il 20% (Alfano il 15), Grillo il 7,5 e Bersani zero: dato da par condicio con la settimana precedente, nella quale il leader del Pd, intervistato, aveva avuto il 20% di tempo parola (Bossi il 30%)».
Inoltre per Zaccaria i tg del servizio pubblico hanno anche un’altra pecca: parlano poco di elezioni.
Passiamo a Mediaset. I tg del Biscione denotano squilibri ancora più gravi: favorito il Pdl con Alfano e Berlusconi al comando. Poca roba al Pd.
Da segnalare Studio Aperto che fa le “veci” del Tg4 di Fede: a Berlusconi il 40,5% di tempo parola, a Maroni il 34,5, a Bossi il 25%; tutti gli altri, da Alfano a Bersani zero assoluto.
Poco virtuoso anche il Tg La7 dove “regnano” Maroni e Berlusconi. Fanno troppo “gola” le faccende interne della Lega e i processi del Cavaliere. Bersani e Casini sono più che “doppiati”.
Significativo il commento di Zaccaria: «una non notizia su Berlusconi, come certe dichiarazioni al Pdl, fa più notizia, mentre della proposta di Bersani sul dimezzamento dei rimborsi ai partiti, il 24 aprile, sui tg si è sentito poco o nulla. L’Agcom [garante delle comunicazioni e quindi in questo caso anche della par condicio, ndr] ha l’obbligo di pubblicizzare sul sito i dati sul rispetto della par condicio. Si paga un cospicuo appalto, perché secretarli?».
Anche la radio pecca di incompletezza. L’Osservatorio sottolinea che “Prima di tutto”, una trasmissione che va in onda su RadioUno alle 5 e mezza del mattino, ha recentemente segnalato il libro di Tremonti, 3 comizi della Lega e le liste elettorali di Grillo. «L’incompletezza in campagna elettorale, non è un peccato veniale. Non è accettabile che, in piena campagna elettorale, una rete del servizio pubblico presenti un’Agenda politica ed istituzionale così squilibrate e di parte».
Agcom, se ci sei batti un colpo!
Egidio Negri

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