Categories: Editoria

La riforma Rai secondo la Lega: via l’ad, niente tetto stipendi

Dal governo alle Regioni: la Lega presenta la sua proposta di riforma per la governance Rai. E non mancano le sorprese. A cominciare dall’addio al tetto degli stipendi per finire all’eliminazione dell’amministratore delegato. Il testo è stato presentato al Senato dal capogruppo Massimiliano Romeo ,dal sottosegretario alla Presidenza del Consiglio Alessandro Morelli e da Giorgio Maria Bergesio e Stefano Candiani.

L’obiettivo della nuova organizzazione proposta dalla Lega sarebbe quello di garantire una “rappresentanza più ampia e articolata del pluralismo istituzionale”. Come? Semplice: riorganizzando i “posti” nel consiglio d’amministrazione. Nove membri in tutto, sei (tre a testa) nominati da Camera e Senato, uno per i dipendenti Rai, uno all’Anci, l’associazione nazionale dei Comuni e l’ultimo alla Conferenza Stato-Regioni. Ogni consigliere, qualora passasse la riforma, resterebbe in carica per cinque anni e potrebbe ottenere al massimo un secondo mandato.

Non ci sarà più, nel disegno leghista, la figura dell’Ad. I compiti che oggi incombono in capo all’amministratore delegato verrebbero spacchettati offrendo più responsabilità al presidente Rai e al direttore generale, quest’ultimo responsabile della gestione operativa. La nomina, per entrambi, sarebbe a maggioranza qualificata dei due terzi in Cda.

Infine la vicenda del tetto di spesa. Che la Lega vuole cassare per dare la possibilità alla Rai di essere più competitiva e di poter offrire retribuzioni più alte per trattenere i suoi talenti e per richiamarne di nuovi.

Per il senatore Giorgio Maria Bergesio, la proposta di riforma della governance Rai della Lega “non” è “solo politica ma di politica industriale, affinché la Rai sia competitiva e al passo con i tempi. La riforma vuole garantire un’effettiva rappresentanza istituzionale e territoriale favorendo il pluralismo interno ed esterno, potenziare la governance con un assetto più puntuale, dando deleghe specifiche al presidente e inserendo la figura del direttore generale, assicurare la stabilità del Cda evitando però la cronicizzazione delle cariche”. E infine: “Intendiamo attrarre professionalità qualificate, investimenti anche privati, mantenendo fermo il controllo pubblico e adeguarci alla società odierna, guardando anche al mondo dei social e degli influencer, soggetti che non possono più essere ignorati e vanno responsabilizzati”.

Luca Esposito

Recent Posts

Il Crotonese: 45 anni di informazione cooperativa e indipendente a Crotone

In questi giorni si parla tanto delle sorti dei giornalisti del gruppo Gedi, ma come…

9 ore ago

Sostegno all’informazione, Fnsi richiama il governo: “No al gioco delle tre carte”

Il sostegno all’informazione non può essere esclusivo né parziale, la Fnsi rampogna il governo dopo…

12 ore ago

Gedi, parla Barachini: “Seguiremo la trattativa passo passo”

La cessione di Gedi è debitamente monitorata dal governo: lo ha affermato il sottosegretario Barachini.…

12 ore ago

Francia, il Senato vota per aumentare il fondo di aiuti alle radio locali di quasi 16 milioni di euro

In Francia, il Senato, ancora impegnato nell'esame della sezione di spesa della legge di bilancio…

20 ore ago

Crisi edicole. Un presidio urbano che rischia di scomparire

Le saracinesche abbassate delle edicole sono diventate un’immagine sempre più frequente nelle città italiane. Dai…

1 giorno ago

Manovra, la Fieg chiede più soldi: “Altrimenti sarà blackout”

Manovra, pure la Fieg alza la voce: occorrono più soldi perché il sistema del pluralismo…

1 giorno ago