La Danimarca ha sostenuto il comparto dell’informazione e della stampa con investimenti da 128,5 milioni di euro. I “conti” si riferiscono all’anno 2020, le misure decise da Copenaghen a sostegno del settore hanno comportato – rispetto alla popolazione residente – un importante e decisivo che, però, non tiene conto di un altro e fondamentale supporto che è arrivato alle testate locali grazie al regime agevolato o alla totale esenzione dai pagamenti relativi all’Iva.
Gli specchietti sono eloquenti, il confronto con l’Italia è decisamente imbarazzante. Per Roma, ovviamente. Le istituzioni danesi hanno riconosciuto, nel 2020, fondi per poco meno di 50 milioni (49,9) come contributi alla produzione editoriale su carta e online. Altri 2,8 milioni sono stati previsti per il fondo dedicato all’innovazione e allo sviluppo. A questo s’è affiancato il programma di sussidi per la ristrutturazione dei media, su carta e online. Una misura importante, che ha garantito contributi (a testata) per un massimo di 2,3 milioni. Ancorato alla necessità di garantire la sopravvivenza del panorama mediatico danese. Un ulteriore tranche di contributi, da 2,8 milioni, è stato previsto e destinato alla distribuzione delle riviste no profit cartacee. E ancora contributi, di nuovo fino a 2,3 milioni, per la produzione di media digitali qualificati. Infine, sono stati previsti 400mila euro per sostenere i media espressione delle minoranze linguistiche.
Finita qui? Manco per idea. Perché in Danimarca vige l’esenzione dell’Iva sulla vendita di giornali, sia cartacei che digitali, a cui si unisce il regime agevolato per le tariffe postali.
Per affrontare la pandemia Covid, infine, il governo danese ha deciso di scendere in campo con forza e determinazione. Due misure sono state previste e attuale dalla Danimarca a favore della stampa. La prima, di aiuto ai media, per la quale sono stati stanziati 19 milioni di euro. La seconda, che guarda prettamente agli aspetti economici e aziendali, ha previsto l’investimento di ben 53,6 milioni di euro a supporto della garanzia di liquidità.
Solo per far fronte ai danni patiti dal settore durante l’emergenza Covid, la Danimarca – che ha una popolazione che è poco più quella della sola Regione Campania – ha stanziato ben 72,6 milioni di euro. Una lezione importante: non “costa” mai troppo puntellare la democrazia, rafforzare le architravi stesse del pluralismo e della libertà. Che, sicuramente, non sono da ritrovare negli afflati demagogici e nelle sempre semplici scorciatoie populiste, ma in un duro e onesto lavoro impegnativo.
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