Sarà Internet e tutto ciò che gli gira attorno a governare il mercato, pubblicità compresa. Parla di giornalismo e del suo incerto futuro Mario Sechi, direttore del Tempo e ricorda gli anni in cui l’onore di dare la notizia spettava al quotidiano. “Ora no, io mi sveglio la mattina e controllo il televideo, poi vado su Ansa.it”. “I quotidiani sono vecchi”.
“Ormai dobbiamo fare i conti con quella parte di popolazione che non arriva a 18 anni ma che deciderà del futuro della nostra professione, ormai lo smart phone ce l’hanno tutti e con quello indirizzano l’opinione pubblica del futuro. D’altronde Obama non è stato eletto da chi legge i giornali ma da chi naviga in rete, da chi frequenta Facebook che sono poi quelli che hanno uno smart phone”.
“Il web ha ucciso le fonti e il sapere come lo intendevamo. Dopo aver decretato la fine della Treccani e dell’Enciclopedia britannica ha portato all’estinzione perfino l’ultima delle Garzantine”.
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