Sui contributi per i decoder del digitale c’è un “grave conflitto d’interessi” del Premier Berlusconi. Lo ribadisce il leader Idv, Antonio Di Pietro in un’interrogazione parlamentare. “Berlusconi – ribadisce Di Pietro – nel 2004 e nel 2005, ha utilizzato 220 milioni di euro, soldi dei cittadini italiani, per trarne beneficio a titolo personale. E a dimostrarlo c’è anche la recente sentenza del tribunale europeo di Lussemburgo. E’ questo il problema che chiediamo al governo di risolvere, quello dell’enorme conflitto d’interessi che grava su Berlusconi. Chiediamo inoltre quanti soldi abbia speso lo Stato per avvantaggiare Mediaset”.
Non c’è conflitto di interessi in tema di contributi per l’acquisto di decoder per il digitale. In questo modo il ministro per i Rapporti con il Parlamento, Elio Vito, risponde alle domande di Di Pietro.
Vito ha ricordato che i contributi erano previsti dalle Finanziarie 2004 e 2005 per “supportare il passaggio alla tecnologia trasmissiva digitale – previsto quale obbligo a livello comunitario – fornendo un contributo diretto ai cittadini per l’acquisto di un apparecchio atto a ricevere gratuitamente il segnale televisivo terrestre in digitale”. Poi “con la finanziaria 2006, sono stati previsti ulteriori requisiti di neutralità tecnologica. Su questa base, con la possibilità di ricevere il contributo per l’acquisto di decoder digitali terrestri, via cavo e satellitari free, con la decisione n. 270/2006, la Commissione ha approvato la misura di cui trattasi.
In base alla Decisione della Commissione sull’aiuto di Stato relativo al contributo per l’acquisto di decoder digitali concesso con le leggi finanziarie 2004 e 2005, e a seguito della richiesta inoltrata il 17 novembre 2009 dalla Direzione Generale Concorrenza, in data 4 febbraio 2009 la società Rti ha adempiuto a tale richiesta versando allo Stato italiano l’importo di più di 6 milioni di euro”.
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