INTERROGAZIONE IN COMMISSIONE CULTURA: NORME PER IL CONTRASTO DELLA PIRATERIA ON-LINE

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Ieri, in Commissione Cultura della camera, si è tenuta l’interrogazione di Roberto Cassinelli (PdL) su “Norme riguardanti il contrasto della pirateria on-line”.
Il sottosegretario Francesco Maria Giro ha risponde all’interrogazione come di seguito riportato.

TESTO DELLA RISPOSTA
Mi riferisco all’interrogazione dell’Onorevole Cassinelli riguardante la problematica del contrasto alla pirateria on-line e preciso anzitutto che l’Assemblea nazionale francese in data 9 aprile 2009 ha respinto la proposta di legge sulla diffusion et la protection de la création sur internet, che prevedeva il distacco temporaneo della connessione ad internet nei confronti di quegli utenti che venivano sorpresi per più di tre volte a porre in essere, in rete, comportamenti lesivi dei diritti di proprietà intellettuale attraverso il downloading illegale di file musicali e video.
Ciò premesso, è indubbio che in Europa e in Italia sia fortemente sentita la necessità di individuare una posizione di equilibrio tra l’implementazione dei sistemi e delle misure di tutela dei diritti di proprietà intellettuale ed il rispetto dei diritti fondamentali degli utenti della rete e dei cittadini.
Tale sforzo, ovviamente, non può prescindere dalla circostanza, rilevata dallo stesso legislatore comunitario nella Direttiva n. 2001/29 recepita nel nostro ordinamento giuridico con il decreto legislativo n. 68 del 2003, che in ambito digitale i servizi prestati dagli Internet Service Provider sono sempre più utilizzati da terzi per attività illecite e che in molti casi sono proprio siffatti intermediari gli unici soggetti in grado di poter porre fine a dette attività illecite.
A tal fine, in diverse direttive comunitarie – fra cui la direttiva n. 2000/31/Ce, sul commercio elettronico, e la direttiva n. 2004/48/Ce, sul rispetto dei diritti di proprietà intellettuale – è stata evidenziata la necessità che gli Stati membri pongano in essere politiche volte a coinvolgere attivamente gli operatori dei settori economico-industriali nella lotta contro la pirateria e la contraffazione, attraverso la promozione e la sottoscrizione di codici di condotta, ritenuti mezzi complementari agli strumenti normativi per contrastare efficacemente le predette attività illecite.
In tal senso, il Governo italiano, alla luce di tali disposizioni normative comunitarie e di quanto disposto dalla legge n. 43 del 2005, al fine di utilizzare la rete quale strumento per la diffusione della cultura e per la creazione di valore nel rispetto del diritto d’autore, ha istituito, nel settembre del 2008 presso la Presidenza del Consiglio dei Ministri, un apposito Comitato tecnico per il contrasto della pirateria digitale e multimediale.
Il Comitato in argomento – in seno al quale questo Ministero è rappresentato dal Capo di Gabinetto in qualità di Vice Coordinatore, dal Capo dell’Ufficio Legislativo e dal Direttore generale per il cinema – ha tra i propri fini istituzionali quello di studiare e predisporre sia eventuali proposte normative sia di analizzare e individuare iniziative non normative, ivi compresa l’eventuale stipula di appositi codici di condotta e di autoregolamentazione.
Sulla base di quanto esposto e tenuto conto che è intenzione, non solo di questo Ministero ma dell’intero Governo, di individuare soluzioni idonee a contrastare efficacemente violazioni ai diritti d’autore in ambiente digitale, rappresento che, al momento, i lavori del suddetto Comitato non si sono ancora conclusi ma posso assicurare che saranno assunte le opportune decisioni alla luce anche delle risultanze emerse nel corso delle audizioni svolte con i rappresentanti dei settori imprenditoriali interessati, delle esperienze attualmente in essere negli altri Paesi europei e, comunque, sempre nel rispetto dell’ordinamento comunitario.

Roberto Cassinelli si è dichiarato soddisfatto della risposta ricevuta, prendendo atto con soddisfazione delle misure che il Governo sta adottando. Ha rilevato che le norme adottate in altri Paesi non appaiono adeguate, come per esempio quelle previste in Francia che sono troppo rigide e severe – in ultima analisi la disconnessione dal server – con l’adozione di misure peraltro tecnicamente non attuabile.

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