INDYMEDIA FINISCE SOTTO SEQUESTRO PREVENTIVO

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Fine delle trasmissioni per Indymedia, il network di informazione indipendente.
Succede che è stato trasmesso ordine di sequestro preventivo da parte del gip di Milano per alcune sezioni del sito, in particolare le pagine online dedicate alle regioni Piemonte e Toscana.
A spiegare nel dettaglio le ragioni del sequestro ci pensa l’Avvocato Fulvio Sarzana sul sito de «Il Fatto Quotidiano», a quanto spiega Sarzana la ragione dell’ordine d’inibizione risiede nella pubblicazione di quattro articoli ritenuti diffamatori da una non meglio specificata multinazionale.
La stessa società sarebbe quindi responsabile della querela contro i responsabili di Indymedia.
La querela è mossa per diffamazione in rete a mezzo stampa a seguito dell’articolo pubblicato da un articolista anonimo ( sebbene poi identificato) dal titolo è Mafioso è bello”.
Non si tratta però di un caso isolato, qualcosa di simile era accaduto nel Settembre 2007 al portale Vajont.info , reso inaccessibile per una metafora alpina sgradita all’On. Maurizio Paniz.
Per il sito scatta l’oscuramento e il suo webmaster Tiziano Del Farra decide addirittura di pubblicare una ordinanza di sequestro del sito, come a voler stigmatizzare l’ingiustizia dell’azione della polizia e proclamare l’assoluta innocenza.
Innocenza poi provata dopo che il Tribunale della Libertà di Belluno, accoglie il ricorso presentato dai responsabili di Assoprovider-Confcommercio in seguito all’ordine di inibizione di tutti gli accessi al portale gestito da Tiziano Del Farra.
Come ribadisce ancora una volta l’Avv. Sarzana : «il GIP avrebbe dovuto disporre il sequestro solo della presunta frase diffamatoria e non dell’intero sito perché diversamente argomentando si porrebbero delle gravi questioni relative alla tutela della libertà del pensiero, di libertà di espressione e di stampa in quanto valori costituzionali protetti dall’art 21 della Costituzione».
Rimane comununque il reato per cui Del Farra è condannato per diffamazione al pagamento di una multa pari a 900 euro, più un mega-risarcimento di 10mila euro per danni nei confronti del parlamentare Paniz.

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