IN ARRIVO IL NUOVO PIANO DIGITALE DEL GOVERNO

0
586

Un pacchetto in otto punti per liberare la crescita e snellire la burocrazia passando dalla rete. Eccolo il piano digitale planato sul tavolo del governo e confezionato da Confindustria digitale, la Federazione che rappresenta le aziende del settore Ict (da Google a Telecom passando per Sky). Una bozza di riforma a costo zero, in coerenza con l’Agenda digitale europea da applicarsi entro il 2015, che la cabina di regia creata dall’esecutivo nell’ambito del dl semplificazioni sta discutendo con l’associazione presieduta da Stefano Parisi. «In questo ambito- spiega- l’Italia si sta muovendo con grande ritardo: il recupero del gap può costituire un volano per la ripresa economica». Due le parole d’ordine: efficienza e credibilità. Nel testo che Confindustria Digitale ha presentato all’esecutivo- anticipato da LaStampa.it- si parte dallo switch off digitale della Pa e si arriva alla riforma del diritto d’autore. In mezzo, una serie di interventi per superare il digital divide, incentivare il venture capital, intensificare la lotta all’evasione fiscale con l’adozione di servizi hi-tech all’insegna della trasparenza. «L’approccio deve essere quello del Progetto Paese, per evitare la moltiplicazione di iniziative isolate che rendono difficile l’interlocuzione con le imprese».

1 Pubblica amministrazione

Via la carta, come promesso dal governo, avanti sui servizi online. Per le prescrizioni mediche digitali, referti sanitari on-line, pagamenti elettronici verso la PA e carta d’identità elettronica è tutto pronto dal vista tecnologico: bisogna accelerare con i decreti attuativi, spiegano da Confindustria Digitale, in modo da instaurare un “nuovo paradigma in cui gli adempimenti dematerializzati sono la regola e quelli allo sportello l’eccezione”. Poi la scuola: entro un anno per le iscrizioni e le pagelle solo virtuali.

2 Mercati

Ad un mercato unico digitale europeo Monti pensa dal 2010, quando, incaricato da Barroso, lavorava per abbattere le differenze tra i Paesi dei 27. Ora, spiega la bozza, è il momento di stringere i tempi, abbassando temporaneamente al 10% l’iva su tutti i prodotti acquistati online ed allineando l’Iva ridotta applicata all’editoria fisica anche a quella digitale. Dal lato aziende, gli industriali propongono di introdurre un incentivo fiscale per incoraggiare l’utilizzo di piattaforme e-commerce per l’export del made in Italy e di abolire la dichiarazione mensile Intrastat per gli acquisti online. Tra le proposte della nuova Federazione : un impulso ai pagamenti mobili, all’integrazione digitale dei sistemi di pagamento e alla semplificazione delle procedure di identificazione e acquisto in rete.

3 Digital divide

L’Agenda digitale europea fissa il 2013 come orizzonte del «broadband for all», la banda larga di almeno 2 Mbs per chiunque, e il 2020 per la banda super-veloce. L’Italia è coperta all’88 per cento dalla rete Adsl e ha la più ampia rete in Fibra Ftth d’Europa. Ora, chiede Confindustria, occorre concentrare le risorse sulle imprese, assegnando il 50% delle risorse individuate dal Piano UltraBroadband del Ministero per lo Sviluppo, integrate dal Fondo per il Sud, per il mobile e il restante 50 alla realizzazione di un rete in fibra ottica nei distretti industriali.

4 Diritto d’autore

L’obiettivo è creare le condizioni per lo sviluppo di un’offerta legale per affrontare il nodo della pirateria. «L’assetto normativo non è ancora adeguato a rispondere alle nuove sfide di Internet» dicono da Confindustria Digitale, che sta lavorando per giungere a una riforma del quadro normativo, da attuarsi in coerenza con l’evoluzione della legislazione europea.

5 Venture capital

Corre su tre binari il piano per favorire le aziende di nuova generazione: sostegno agli investimenti nei fondi tramite agevolazioni fiscali dirette, burocrazia più semplice per le start up, creazione di un exit market per semplificare l’acquisizione delle imprese finanziate dal venture capital.

6 Lotta all’evasione

Il mondo dell’Ict scommette sulle tecnologie e i servizi digitali, garanzia di trasparenza e tracciabilità. Primo punto: l’integrazione delle banche dati, a partire dalle anagrafi dei Comuni, del ministero dell’Economia, dell’Inps e dell’Inail. Poi, la fatturazione elettronica per gestire in modo digitale la transazione tra enti e la trasmissione telematica dei corrispettivi per gli esercizi commerciali, sul solco di quanto già realizzato per i settori della grande distribuzione e degli spettacoli. «L’estensione a tutto il settore di questa modalità di trasmissione- così Confindustria Digitale- genera un duplice effetto positivo: da un lato permette di rafforzare il sistema di controllo da parte dell’amministrazione fiscale e dall’altro disincentiva il ricorso ad azioni elusive da parte dei contribuenti».

7 Formazione e Fondi interprofessionali

Per lo sviluppo dell’economia digitale è essenziale aumentare sul piano qualitativo e quantitativo le competenze delle persone in materia di ICT e di commercio elettronico. Dal monitoraggio delle attività formative di 16 Fondi Paritetici Interprofessionali nel periodo gennaio 2008/dicembre 2010, emerge che meno dell’8% dei progetti riguardano azioni volte a far acquisire ai lavoratori competenze nel campo dell’Informatica. Nella bozza di Confindustria Digitale si individuano azioni di sistema verso banche, imprese e istituzioni per moltiplicare l’uso dei fondi interprofessionali per la formazione continua digitale nel mondo del lavoro e accelerare sull’alfabetizzazione: dall’anticipo contributi al finanziamento della gestione business e della formazione lavoro.

8 Trasparenza e green economy

Infine, una battaglia sulla qualità dei progetti PA, tramite la promozione di appalti pre-commerciali per condividere rischi e vantaggi con i fornitori e mettere in comune le risorse. Il governo ha già annunciato l’intenzione di rendere obbligatorio il supporto specialistico di Consip per le acquisizione di informatica e telecomunicazioni superiori ai 5 milioni di euro. Nella bozza Confindustria Digitale chiede di accelerare sullo sfruttamento dei fondi europei potenziando il ruolo dell’Agenzia Nazionale degli investimenti e lo sviluppo d’impresa e migliorare il meccanismo del Green Public Procurement, sostituendo i datacenter con il cloud.

LASCIA UN COMMENTO

Inserisci il tuo commento
Inserisci il tuo nome