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Il dg della Siae Blandini: “A rischio 1,5 milioni di lavoratori”

Non è per niente sereno il direttore generale della Siae  Gaetano Blandini nel presentare i dati sullo spettacolo relativi al primo semestre 2013. Anzi, quello che lancia da Roma oggi è un vero e proprio grido d’allarme nei confronti dell’industria culturale che, a suo dire, è a rischio. “Un po’ di ripresa c’e’ – sintetizza in assenza del presidente Gino Paoli – ma sono segnali talmente modesti che non sembrano strutturali e che non fanno pensare a un 2014 diverso. Quindi non sono ottimista”. Il dg ha fatto notare che l’industria culturale in Italia “costituisce da sempre una fetta importante del Pil nazionale e occupa 1,5 milioni di persone: alcuni settori avrebbero bisogno solo di regole, ma non si riesce a farsi dare nemmeno quelle”. A rischio, anche per gli incassi che calano, c’è pure la stessa Siae, dice, che con i suoi ”7-800 milioni di fatturato dà lavoro a 3 mila persone”. Il problema ”è strutturale e complesso siamo circondati e non riusciamo a fare blocco, a essere uniti”, denuncia ancora. Mentre ribadisce. ”Servono regole e sostegno, se questo non ci sarà abbiamo ancora qualche anno, ma non di più”. Tanti i nodi sul tappeto citati dal dg Siae, dal Regolamento dell’Agcom ”che ancora si trascina” alla cultura gratuita (”la gratuità toglie posti di lavoro”) dalla questione della copia privata, fino al ”diffuso disinteresse nella lotta alla Pirateria”. Nel suo sfogo ce n’è per tutti, anche per la Legge di Stabilità: ”Ci sono emendamenti incomprensibili e inaccettabili soprattutto per la musica leggera, un settore che peraltro non ha mai avuto incentivi da parte dello Stato”. Duro l’attacco poi anche sul Teatro Valle occupato nella Capitale: ”Ci sono dei pariolini come si dice qui, o meglio figli di papà come diceva Pasolini, che da 3 anni occupano un teatro facendo concorrenza sleale ad altri teatri, non garantendo la sicurezza dei lavoratori né quella del pubblico, senza pagare la luce, il gas, il telefono, nella più totale illegalità. Ed è una zona franca, a loro nessuno dice niente”.

Ma passiamo ai dati forniti oggi dalla Siae. Un po’ di luce, dopo un 2012 particolarmente nero, sembra esserci comunque per il cinema, premiato anche da una politica di contenimento dei prezzi: a fronte di un calo del 4,63% del prezzo medio d’ingresso, sono aumentati gli ingressi (+3,95%), la spesa del pubblico (+5,06%) e di poco anche il numero degli spettacoli (+0,22%). Positivi anche i risultati dei concerti (ingressi +9,70%; spesa botteghino +23,84%; spesa del pubblico +23,93%; volume d’affari +19,81%), in particolare per la musica leggera, unico settore nel quale è peraltro aumentato il costo medio dei biglietti d’ingresso. Mentre continua il momento felice per il settore delle mostre ed esposizioni, con gli spettacoli aumentati del 9,41%, gli ingressi del 2,97%, le spese al botteghino dello 0,43%, la spesa del pubblico del 20,70%, il volume affari del 16,94%. “Sconcertanti”, secondo Blandini, invece i dati riferiti al teatro: ingressi -4,08%; spesa al botteghino -7,22% ; spesa pubblico -3,86%; -7,02% volume d’affari. Male anche l’attività sportiva e il calcio che, a fronte di un aumento degli spettacoli (+14,54%) vede diminuire ingressi (-4,94%), spesa al botteghino (-5,08%) spesa del pubblico (-2,69%) e volume d’affari (-6,57%). E’ crisi per lo spettacolo viaggiante, in particolare per i parchi da divertimento che denunciano un “semestre nero” (numero spettacoli -7,66%, spesa botteghino -15,06%, spesa pubblico -13,29%, volume affari -17,77%). Quanto ai singoli risultati, il film che ha incassato di più nei primi sei mesi del 2013 è l’americano “Iron man 3”; a teatro vincono Aldo Giovanni e Giacomo con “Ammutta Muddica”; il top dei concerti va a Bruce Springsteen con l’appuntamento del 3 giugno al Meazza di Milano e il top della lirica lo guadagna il “Nabucco” di Verdi andato in scena alla Scala di Milano.

 

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